Alexei Navalny ripercorre la vicenda del suo avvelenamento interpretando se stesso in un 'documentario thriller' presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival inizialmente come titolo segreto. Solo il giorno prima della proiezione è stato svelato 'Navalny', diretto da Daniel Roher e frutto anche della collaborazione tra CNN e HBO Max che trasmetteranno il film nel corso dell' anno. Contemporaneamente veniva annunciato che Navalny e sei suoi collaboratori sono stati inseriti da Mosca nella lista dei 'terroristi ed estremisti' ed è notizia di oggi che il ministero dell'Interno russo ha dato ordine di arrestare Oleg Navalny, fratello dell'oppositore, su richiesta del Servizio penitenziario federale.
In quello che è un film non affatto scontato, nonostante si conosca il finale, la trama ripercorre la vicenda di Navalny dall'avvelenamento all'arresto dopo il ritorno in Russia. Nell'agosto del 2020 un aereo in volo dalla Siberia a Mosca è costretto ad un atterraggio di emergenza a Omsk perché un passeggero si sente male. Quel passeggero era Navalny, il leader dell'opposizione russa, un uomo che si temeva sarebbe stato ucciso per le sue denunce contro il presidente russo Vladimir Putin. La moglie Julia e i suoi colleghi, convinti che Navalny sia stato avvelenato e terrorizzati da ciò che gli potrebbe accadere in un ospedale della Siberia, si precipitano a Omsk nel tentativo di portarlo in Germania. Una volta trasportato li', le autorità tedesche confermano l'ipotesi dell'avvelenamento, affermando che le analisi su Navalny avevano rivelato la presenza del Novichok, agente nervino già utilizzato per avvelenare l'ex spia Sergej Skripal nel 2018.
'Navalny' si svolge con il ritmo di un thriller mentre segue l'oppositore nella sua ricerca per identificare gli uomini che lo hanno avvelenato. Girato in tempo reale in una cittadina tedesca dove si trasferisce per la sua riabilitazione una volta uscito dall'ospedale, il film coinvolge anche il giornalista investigativo Christo Grozev di Bellingcat e altri membri del suo staff. Dal film emerge anche il ritratto di un uomo e di uno straordinario stratega della comunicazione che con l'aiuto dei suoi collaboratori riesce ad orchestrare una telefonata ad uno degli agenti del Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa (SFB) in cui si ammette l'avvelenamento. Ma la gioia per la vittoria dura poco perché Navalny verrà arrestato il 17 gennaio del 2021 dopo la sua decisione di tornare in Russia. "Sarò un specie di martire fino alla fine dei miei giorni", dice all'inizio del film. E un latente senso di tristezza per la sua sorte traspare durante l'intero svolgimento. La morte è sempre in agguato. "Nella migliore delle ipotesi - ha detto il regista - vorrei che questo film portasse alla scarcerazione di Navalny. Voglio che ogni essere umano sulla terra conosca il nome Alexei Navalny. Voglio che questo nome sia associato all'ingiustizia grottesca che viene perpetrata in Russia contro un uomo che è sopravvissuto ad un tentativo di omicidio e poi arrestato. Voglio che ci sia indignazione a livello mondiale per la sua detenzione e voglio anche si smetta di fare affari con la Russia"
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