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Il cinema riparte da Cannes, 9 minuti di applausi per Nostalgia di Martone

Il cinema riparte da Cannes, 9 minuti di applausi per Nostalgia di Martone

Festa con le star per il 75/o. Favino 'ho trovato il mio Sud'

CANNES, 25 maggio 2022, 00:48

dell'inviata Alessandra Magliaro

ANSACheck

Nostalgia - Premiere - 75th Cannes Film Festival © ANSA/EPA

Nostalgia - Premiere - 75th Cannes Film Festival © ANSA/EPA
Nostalgia - Premiere - 75th Cannes Film Festival © ANSA/EPA

Nove minuti di applausi per la premiere di Nostalgia, il nuovo film di Mario Martone con Pierfrancesco Favino, in concorso e in sala da oggi in 450 copie con Medusa.
Una grande festa con tutte le stelle del cinema da Guillermo Del Toro a Paolo Sorrentino, da Claude Lelouche a Kristen Stewart, Adele Exarchopulos, Lea Seydoux e decine di altri, un centinaio in tutto: così il festival ha celebrato ieri sera il 75/o anniversario. Il delegato generale Thierry Fremaux ha chiamato sul palco del Grand Theatre Lumiere gli ospiti seduti in platea, che prima erano stati protagonisti di una Montée des Marches indimenticabile. Saliti sul palco si sono applauditi uno con l'altro. "Non stiamo celebrando il passato ma il futuro. Il cinema non è morto, il cinema è vivo, è qua", ha detto lasciando ai presenti una immagine emozionante.
    Un'ottava giornata (con i Maneskin barricati nell'hotel Marriott in attesa della grande première stasera di Elvis di Baz Luhrmann e una festa in spiaggia) che per Cannes resterà storica. Dopo la cerimonia la proiezione del film fuori concorso The Innocent, un dramma familiare con la regia di Louis Garrel , cui è seguita una cena di gala per il 75/o al Marché Forville nella città vecchia di Cannes. E ancora ieri applausi all'atteso documentario fuori concorso Moonage Daydream di Brett Morgan che ha elettrizzato i fan di David Bowie e appassionato tutto il pubblico. Il film non è il consueto biopic musicale ma una immersione nel percorso artistico di una personalità unica e sola come è stata quella di David Bowie. Il regista ha avuto accesso all'infinita David Bowie Estate con oltre 5 mila beni tra video, oggetti, interviste, film, uno scrigno dei tesori che ha utilizzato realizzando un documentario d'autore.
    In Nostalgia il protagonista Felice Lasco (Favino al suo primo film napoletano), torna a Napoli dopo 40 anni per rivedere l'anziana madre che aveva lasciato all'improvviso quando era ancora un ragazzo. Nel rione in cui è nato, la Sanità, vaga, si perde, quasi non capisce la lingua ma c'è qualcosa che lo attira, i ricordi di una vita lontana con Oreste (Tommaso Ragno), il migliore amico d'infanzia, diventano un motivo spontaneo e irrefrenabile per rimettere radici nonostante al Cairo lo aspetti la sua vita da ricco imprenditore con una moglie amata. Il quartiere è cambiato, ma in peggio, con un sacerdote (Francesco Di Leva) a provare a tenere lontani i ragazzi dalla leva della camorra. Tra quei vicoli una forza invincibile quasi gli impone di restare, è la 'nostalgia'.
    "Faccio molta fatica a parlare in termini razionali di questo film - dice Pierfrancesco Favino - è stata per me una esperienza estremamente viscerale. Ancora oggi tutto quello che posso dire è un tentativo maldestro di raccontare le emozioni che ho vissuto facendolo. E' stato un luogo, uno spazio, un tempo in cui mi sono completamente perso, la Sanità ammaliatrice mi ha fatto scoprire cose di me che non avevo tirato fuori. E' una bellissima storia di amore e di amicizia questa trama, però sento come se avesse parlato per me il mio ombelico. Ognuno di noi - prosegue Favino all'ANSA - dentro di sé ha un sud di un mondo, come un magnete interno, un luogo che forse rappresenta il suo se più intimo forse quello dei suoi avi. La Sanità in questo senso rappresenta qualsiasi luogo del mondo, Napoli come Il Cairo, come l'altrove e il fatto che nell'altrove ritrovi se stesso è incredibile. Ritornare: quel gesto lì diventa più importante dell'approdo".
    L'estrazione letteraria di Nostalgia è stata una molla per Martone. "Per la prima volta pur domandandomi il senso di questa vicenda non ho trovato risposte, mi sono affidato ad Ermanno Rea e al suo labirinto. Mi sono perso, volutamente". E' stato anche, per il regista napoletano, un ritornare. "Luoghi del cinema, luoghi dell'anima", dice. "Mi affascinavano tante cose del romanzo di Rea certamente la possibilità di fare un film tutto in un quartiere, una enclave come la Sanità che gli stessi napoletani conoscono poco e che è stata una terra di nessuno, un far west della camorra. L'ho immaginato come un labirinto, una scacchiera, forme borgesiane in cui si immagina che dei personaggi facciano un percorso nel passato e nel presente. C'era in tutto questo una forma cinematografica che mi tentava, l'idea di fare un film non con una messa in scena tradizionale ma come cinema del reale buttandomi in strada come nel neorealismo italiano e incontrare le persone vere". Il film, una produzione italo-francese, Picomedia, Mad entertainment in associazione con Medusa film, va in sala dal 25 maggio in 450 copie.
   

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