"Essere giovani oggi per la mia
generazione non è affatto facile, sei perennemente sotto il
giudizio delle persone con i social media" dice Timotheè
Chalamet. L'attore, 26 anni, è tornato a Venezia con il suo
ultimo film Bones and All in cui è stato diretto di nuovo da
Luca Guadagnino, "quasi un padre per me", dopo Chiamami col tuo
nome che lo ha lanciato. Ragazzi accampati vicino al red carpet
da stamattina per vederlo passare alla premiere del film in
concorso. "Il crollo della società è nell'aria - aggiunge
Chalamet - e questo film credo che possa gettare luce anche su
questo tema". Chalamet è Lee, "un'anima spezzata", prosegue, in
fuga dalla famiglia, dal paese dove abita, in fuga anche da se
stesso, vive ai margini, ai bordi, consapevole di quello che fa,
mangiare altre persone. E quanto incontra Maren (Taylor
Russell), 18enne in fuga per lo stesso motivo, "provano la
possibilità di vivere l'impossibile", come spiega Guadagnino.
"Una storia d'amore straziante, tragica, fortissima", dice la
star americana, fino alle estreme conseguenze. L'amore ci salva
e ci libera? "Il film parla di questo tentativo, se invece la
domanda è personale rispondo che per l'amore sono ancora tanto
giovane". L'amore è la chiave per provare a cambiare un destino,
"nello specchio dell'amore trovano un modo di crescere, di
formarsi, in questo è stata una grande esperienza formativa, cui
ha contributo la vita in pandemia, la sensazione di isolamento
che tutti noi abbiamo provato a me come ad altri giovani ci ha
rallentato la possibilità di capire chi siamo nel mondo, ci ha
in un certo senso sospesi".
Luca Guadagnino è il primo dei cinque registi italiani in gara
per il Leone d'oro a Venezia 79 ma è anche il suo primo film
americano, tutto girato in America, nel Midwest, "il paesaggio
americano l'ho sognato sin dall'inizio, fa parte della mia
formazione di cineasta e questo copione è stato l'occasione per
viverlo da regista".
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