(dell'inviata Alessandra Magliaro)
A chiudere il concorso di Venezia
79, oltre a Chiara di Susanna Nicchiarelli e Gli orsi non
esistono di Jafar Panahi, un terzo film, OUR TIES (LES MIENS) di
Roschdy Zem, il più personale dei sei film che il 56enne regista
e attore francese ha già firmato. Uscirà in sala in Italia con
Movies Ispired.
L'apprezzato regista de La fredda luce del giorno e del
biografico Mister Chocolat, fantastico attore premiato a Cannes
per Indigènes di Rachid Bouchareb e ai Cesar per Roubaix, una
luce nell'ombra di Arnaud Desplechin, è per la prima volta in
concorso alla Mostra. E' una storia familiare, di fratelli:
Moussa (Sami Bouajila) è il componente più gentile e altruista
di una famiglia allargata di origine marocchina, i cui membri,
incluso l'altro fratello Salah (Rachid Bouchareb) e la sorella
(Meriem Serbah) giudicano e criticano apertamente ogni gesto
compiuto da suo fratello, il giornalista sportivo Ryad (Roschdy
Zem). Un colpo alla testa gli farà perdere i freni inibitori e
Moussa esprimerà senza filtri ogni pensiero che gli passa per la
mente, incluso quello di dire a Ryad quanto sia egoista. I due
decidono di fare un viaggio insieme.
Nel cast c'è anche Maiwenn nel ruolo della compagna delusa di
Ryad: a Venezia non c'era impegnata a dirigere Johnny Depp in
Jeanne du Barry.
Curioso come il cast stesso sia una microcomunità: vi
partecipano tutti attori e registi, Zem, Bouchareb, Maiwenn,
visti in tanti film francesi, come fosse una riunione di
famiglia cinematografica.
"Girare questo film non è stata una decisione, per me è stata
una necessità. Non avevo mai rivelato questioni così personali
nelle mie opere. Attraverso il ritratto di una famiglia - ha
detto Roschdy Zem - ho voluto condividere drammi, conflitti,
nevrosi, dolori e anche momenti di felicità, evitando
distorsioni culturali o religiose, per me sempre troppo presenti
quando si parla di una generazione di origine immigrata. La
famiglia è un rifugio da cui si deve scappare, per potersi
mostrare come si è. Questo film è la mia storia d'amore con la
mia gente, senza stereotipi".
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