La musicassetta con la registrazione dei funerali di Enrico Berlinguer sulla scrivania piena di copioni, un foglio indirizzato allo scenografo Luciano Ricceri in cui lo si avvisa che Martin Scorsese arrivando a Roma vorrebbe incontrarlo, su un cavalletto di architetto il disegno minuzioso della strada di Concorrenza Sleale e accanto l'automobile giocattolo rossa usata nel capolavoro La Famiglia, e poi i cassetti di legno tutti ordinati con scritto in scotch carta Capitan Fracassa, Ballando Ballando, Splendor. È il mondo magico di Ettore Scola e Luciano Ricceri a Cinecittà, un museo vivo in cui si respira cinema ma soprattutto l'arte artigianale di un'epoca. È lo Studio EL in fondo agli studi cinematografici di Via Tuscolana, il cui patrimonio è una delle acquisizioni importanti del Miac, il Museo dell'audiovisivo e del cinema di Cinecittà. EL, Ettore e Luciano.
"È un progetto di mio padre e del suo amico e scenografo", racconta all'ANSA Silvia Scola non senza emozione, intervenendo alla presentazione della riapertura voluta dalla presidente Chiara Sbarigia con il sostegno della sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni. "All'inizio degli anni '80 - prosegue - hanno ideato questa bottega laboratorio di sceneggiatura, regia, scenografia per arrivare a proporre progetti completi.
Venivamo qui tutti i giorni da apprendisti come in una bottega rinascimentale, grandi maestri e allievi. È pieno di ricordi e di lavoro, progetti ideati magari non realizzati, mi piacerebbe che lo vedessero i giovani non solo per capire come si faceva il cinema allora, ma anche per spingerli a fare qualcosa in nome di quel cinema artigiano e vicino al paese, con intento civile oltre che artistico". Tra quei giovani Roberto Giannarelli, Ricky Tognazzi, Francesco Lazotti.
Cinzia Lo Fazio per 35 anni ha lavorato nello Studio EL, realizzato all'epoca nell'ex mensa degli studi: "Oltre ai film che facevano insieme - spiega l'ex allieva, memoria storica, che si è battuta per salvare lo Studio cui ha dedicato anche un documentario che uscirà nell'aprile 2024 - hanno sviluppato un progetto di factory professionale, e parallelamente ai film di Scola e alle opere liriche di Ricceri noi preparavamo dei book con progetti scritti e disegnati profondamente studiati, come Viaggio in Italia, la storia delle automobili, l'Antica Roma".
Un percorso voluto da Lo Fazio e dallo storico assistente di Ricceri, Ezio Di Monte, che assieme agli eredi di Scola hanno concesso l'acquisizione dei beni conservati nello spazio di Cinecittà.
Sarà disponibile al pubblico (su prenotazione), parte dell'esposizione del Miac curata da Barbara Goretti. Il museo dentro gli studi "si è arricchito anche di otto foto e un video dell'artista Vanessa Beecroft in riferimento alla performance VB93. Le opere - racconta Sbarigia, fortemente motivata a fare di questo spazio un museo di tutto rispetto - sono mescolate nella sala di esposizione ad un nucleo di stupende sculture originali del film La città delle donne di Federico Fellini".
Dell'omaggio tra cinema e arte all'universo femminile fanno parte anche le 21 fotografie di Anna Di Prospero realizzate in occasione della mostra dell'Archivio Storico Luce La memoria delle stazioni.
Dell'area Miac fa parte anche una sezione, visitabile su prenotazione ma del tutto funzionante, dedicata allo sviluppo cinematografico su pellicola con attrezzature originali degli anni '70. Borgonzoni, nel sottolineare l'appoggio a questa iniziativa, ha anticipato che con Sbarigia si sta parlando di dedicare ai grandi del cinema italiano strade e ritratti dentro Cinecittà.
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