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Alberto Sordi secret, un docufilm sulla sua vita privata

Alberto Sordi secret, un docufilm sulla sua vita privata

Aneddoti e segreti raccontati dal cugino Igor Righetti

ROMA, 28 giugno 2024, 19:05

Redazione ANSA

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Il sesso come peccato, il rapporto conflittuale con il padre, l'attrazione per la nobiltà, la gelosia verso i suoi beni, gli amori mai svelati, la dedizione totale alla professione, la scelta di avere pochissimi amici, il grande affetto verso gli animali, la sua mania per le case e il fastidio quando lo chiamavano Albertone. E' al cinema 'Alberto Sordi secret', il primo docufilm - diretto e sceneggiato dal cugino Igor Righetti - sulla vita privata di Alberto Sordi tra aneddoti e rivelazioni segrete, un'opera che lo mostra con pregi e difetti in 90 minuti di proiezione. Il regista svela allo spettatore, per la prima volta, l'infanzia e l'adolescenza di suo cugino Alberto Sordi che lo chiamava nipotino. E lo fa attingendo ai tanti ricordi vissuti in prima persona o narrati dal padre e dal nonno. "Li ho raccontati attraverso scene filmiche girate in bianco e nero, ambientate tra il 1920 e la fine del 1930, in costume e con auto d'epoca - dice Righetti - che grazie al cast eccezionale emozioneranno e strapperanno tante risate". Di grande impatto la fotografia e l'uso sapiente della luce da parte di Gianni Mammolotti, le musiche di Maria Sicari e i costumi di Stefano Giovani. L'opera ha una parte documentaristica con interventi inediti di amici e parenti dell'attore e una dove la narrazione diventa film. Tanti i personaggi coinvolti, dal regista Pupi Avati alla nipote di Totò Elena de Curtis; dal re dei paparazzi Rino Barillari all'attrice Piera Arico, moglie di Gastone Bettanini, primo agente di Sordi fino al 1965. Ma ci sono anche tanti attori. "L'errore più grave che si può fare è imitarlo, magari mettendo protesi all'attore che lo interpreta per farlo somigliare all'Alberto nazionale", commenta Righetti. "In questo docufilm gli interventi degli amici di Alberto sono testimonianze, non interviste, e hanno il ritmo veloce tipico dei reportage giornalistici. Il genere documentario, invece, è presente con i video dell'Istituto Luce e con la voce narrante che accompagna lo spettatore, ma con il linguaggio giornalistico". Il docufilm rimarrà nelle sale fino a febbraio 2025. Quindi si sposterà sulle piattaforme e sulle reti televisive nazionali e internazionali.
   

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