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Verso una Carta europea per la libertà di informazione

Verso una Carta europea per la libertà di informazione

Percorso partito da Perugia con assemblea cronisti minacciati

PERUGIA, 09 ottobre 2020, 17:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Verso una 'Carta europea per la libertà d'informazione' partendo da quella di Assisi 'Parole non pietre' firmata lo scorso anno dai giornalisti italiani: da Perugia ha preso il via il percorso, con la prima assemblea internazionale dei cronisti sotto tiro, minacciati dalla "macchina organizzata contro chi osa raccontare la verità".
    La prima e unica carta internazionale "del diritto di cronaca e della libertà di essere informati e che condanna il linguaggio dell'odio" come ha ricordato Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi) e fondatore di Articolo21, associazione che ha organizzato l'assemblea alla sala dei Notari di Palazzo dei Priori, in collaborazione con l'Odg e Asu Umbria, la Fnsi, Usigrai, comunità francescana e il Comitato promotore della PerugiAssisi.
    L'iniziativa infatti si colloca all'interno della due giorni di meeting 'Time for peace - Time for care' che si svolge oggi e domani nel capoluogo umbro e che anticipa la Marcia della pace, trasformata quest'anno per motivi di sicurezza in Catena umana, di domenica.
    Molti i cronisti arrivati a Perugia da tutta Italia, Europa, e non solo, per parlare di pace, della carta che invita "a non scagliare parole come fossero pietre" e per riflettere sulle minacce ai cronisti che "illuminano le coscienze", come ha ricordato Giulietti, che svelano la corruzione e oggi anche le bufale della rete e le fake news.
    "Oggi siamo qui - ha detto a margine dell'iniziativa Paolo Borrometi - per ricordare, così come ci insegna l'articolo 21 della Costituzione, che vi è non solo un diritto e dovere del giornalista ad informare, ma soprattutto un diritto del cittadino ad essere informato e secondo i crismi della veridicità ma anche del significato del senso delle parole. È importate anche rivolgere all'Europa un monito, ovvero che bisogna stare attenti, non perdere di vista l'importanza del giornalismo e non piangere quando colleghi come Daphne Galizia purtroppo non ci sono più, ma aiutarli in vita affinché i colleghi non si sentano soli e non vengano lasciati soli".
   
   

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