ROBERTO TOPPETTA. AURELIANO,
L'IMPERATORE SOLDATO (Edizioni Chillemi, pp.150, 15 euro). Tutti
collegano il nome dell'imperatore Aureliano (Sirmio, 9 settembre
214 - Bisanzio, 25 settembre 275 d.C.) alla possente cinta di
mura, capolavoro di ingegneria militare, che egli fece costruire
a Roma per paura di un ritorno dei barbari: tuttavia la sua
parabola non può ridursi solo a questo e il sovrano illirico,
che governò Roma dal 270 d.C. alla sua morte, può essere
inserito a buon diritto tra i migliori imperatori di Roma,
insieme quindi ad Augusto, Vespasiano, Traiano, Adriano,
Antonino Pio, Marco Aurelio, Settimio Severo, Claudio II,
Diocleziano, Costantino e Teodosio. E' quanto asserisce Roberto
Toppetta nel suo saggio "Aureliano, l'imperatore soldato",
pubblicato da Edizioni Chillemi. Il volume costituisce una
biografia a tutto tondo dell'imperatore "nato per combattere",
un personaggio di cui mancano approfondimenti capaci di
raccontare in modo esaustivo la sua opera. Di lui l'autore
ricorda l'azione di governo e il talento bellico cesariano, che
gli consentì in un arco di tempo minimo di riannodare i fili
dell'immenso mondo romano smembrato dalle secessioni delle
Gallie in Occidente e del Regno di Palmira in Oriente.
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