"Caro nonno Giorgio, sono passati
42 anni da quella notte tra l'11 e il 12 luglio 1979, quando ti
hanno tolto la vita sul marciapiede di una Milano deserta.
Eppure, tanti dei tuoi principi sono rimasti, e ogni anno, come
un miracolo storico, quel tuo senso di libertà, giustizia e
rigore morale cresce nelle coscienze di tanti". Basta l'incipit
della 'Lettera del nipote', Stefano, per spiegare meglio di
mille parole il libro 'Giorgio Ambrosoli-Dolore, orgoglio,
memoria' scritto dalla figlia Francesca che aveva 11 anni quando
il magistrato fu barbaramente ucciso.
Il volume, per i tipi della Edizioni San Paolo (206 pp, 16
euro), è stato realizzato con la giornalista Luisa Bove ed è
prefato da don Luigi Ciotti. "Mi ha spinto un insieme di temi
scritti da ragazzi del liceo classico Salvador Allende che mi
hanno avuto ospite nella loro scuola - ha spiegato la figlia
vincendo la sua nota riservatezza durante la presentazione
all'Ambrosianeum -. E' stata l'occasione, con questi scritti
molto carini e affettuosi, per raccontare la storia dal punto di
vista dei sentimenti e delle emozioni che ho provato fin da
ragazzina e poi crescendo prima con papà e poi senza". "Di lui
ricordo la vita in famiglia molto normale e semplice ma con una
persona molto rigorosa, molto affettuosa, capace di giocare ma
anche di essere severo al momento giusto - ha aggiunto -. La
lezione che ha dato è la professionalità, il contributo
intellettuale, l'amore per il proprio Paese".
All'incontro era presente anche Gherardo Colombo, ex
magistrato del pool di Mani Pulite, che si è più volte commosso:
"Non lo conoscevo di persona, potrò averlo incrociato e salutato
qualche volta forse - ha ricordato -. L'ho conosciuto
professionalmente via via che abbiamo indagato sul suo omicidio.
Questo libro porta dentro tante emozioni e fa scoprire il
privato e l'umanità di Ambrosoli e il dolore di chi è rimasto".
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