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Sergio D'Angelo, compie 100 anni l'uomo che salvò Zivago

Sergio D'Angelo, compie 100 anni l'uomo che salvò Zivago

Il giornalista a cui Pasternak affidò il celebre romanzo

ROMA, 24 ottobre 2022, 17:45

di Elisabetta Stefanelli

ANSACheck

Sergio D 'Angelo a Mosca con la figlia Francesca - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sergio D 'Angelo a Mosca con la figlia Francesca - RIPRODUZIONE RISERVATA
Sergio D 'Angelo a Mosca con la figlia Francesca - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Il 30 ottobre compie cento anni Sergio D'Angelo, l'uomo che ha fatto conoscere al mondo il capolavoro di Boris Pasternak, Il dottor Zivago, a dispetto del suo stesso autore che fortemente pressato dal regime sovietico provò a fare un passo indietro con Feltrinelli che ignorò i suoi ripensamenti.

Il resto è la storia di un romanzo che fu pubblicato nella traduzione italiana nel 1957, ma era nel novembre dell'anno prima che proprio D'Angelo lo aveva portato di nascosto fuori dall'Unione sovietica, di nascosto per permettere allo scrittore di superare la censura che gli aveva visto rifiutare il libro che non nascondeva le critiche verso il comunismo. Giangiacomo Feltrinelli per questo fu radiato dal Pci, Pasternak fu espulso dall'unione degli scrittori ma il libro iniziò la strada di un successo straordinario consacrato poi anche dai cinque oscar vinti dal film che ne fu tratto nel 1965.

 

 

    Ma tutto partì dalla vicenda umana, oltreché intellettuale di Sergio D'Angelo, romano oggi centenario che negli anni Cinquanta andò a lavorare come giornalista a Radio Mosca e lì portò tutta la sua famiglia, la moglie Giulietta e i due figli. A pochi giorni dal compleanno, lo racconta all'ANSA la figlia Francesca, che allora aveva appena quattro anni e di quei momenti entrati nella storia ha il suo ricordo privatissimo che però rimanda uno spaccato di grande intensità. "Ai tempi della permanenza dei miei genitori a Mosca c'ero anche io - racconta - avevo 4 anni e con mio fratello, avevamo una tata russa. Io parlavo anche il russo, ma poi l'ho dimenticato. Mio padre lavorava a Radio Mosca e con mia madre amavano le avventure, tanto che per esempio girarono tutti i paesi arabi in lambretta. Mia madre non c'è più, è morta molto giovane, a 52 anni, ma lei lo ha seguito ovunque. Ma dopo quello che è accaduto era complicato tenere i bambini in Unione Sovietica e allora ci hanno riportato in Italia e siamo stati con i nonni".
Uomo molto brillante, spiritoso, Sergio D'Angelo, "considera questa avventura di Pasternak e Feltrinelli l'avventura della sua vita e ne ha sempre parlato tutta la vita, anche ora che ricorda di più i fatti lontani che le cose di tutti i giorni. Ne ha sempre parlato in modo positivo, anche se dopo i fatti d'Ungheria si è allontanato dal partito. Deluso si è spostato verso il centro", spiega ancora Francesca. Con Pasternak D'Angelo si vedeva spesso, era nato un vero rapporto d'amicizia, "nella casa in campagna andavamo spesso tutti quanti". Fu sulla base di quel rapporto di fiducia e di stima che lo scrittore decise di affidargli il manoscritto raccomandandogli di farlo conoscere al mondo. "Questo è il Dottor Živago", disse Pasternak a Sergio d'Angelo, "che faccia il giro del mondo". Per poi aggiungere, dopo avergli consegnato il dattiloscritto: "Fin d'ora, siete tutti invitati alla mia fucilazione". Era il 20 maggio 1956: quel pomeriggio fu accesa la scintilla che divampò in un caso letterario internazionale, destinato a coinvolgere il Pcus e i partiti comunisti di mezza Europa.
    Censurato in Unione Sovietica perché contrario ai diktat del regime, il libro uscì per Feltrinelli nel 1957. Vicenda che D'Angelo ha poi raccontato anche in più di un libro considerandola la grande avventura della sua vita nonostante lui, romano, abbia avuto altre esperienze intense. Passò tre anni sotto le armi (anche unendosi volontario al Corpo Italiano di Liberazione), poi come dirigente editoriale e giornalista girò avventurosamente buona parte del mondo, fermandosi circa due anni in Unione Sovietica, dove è cominciata la storia raccontata nel libro Pubblicate Zivago!. Molto più a lungo ha soggiornato negli Stati Uniti. Traduttore dell'Autobiografia di Boris Pasternak (Feltrinelli), tra i suoi libri ricordiamo Il caso Pasternak, Dicembre 1943, si comincia da Monte Lungo. 68° reggimento Corpo di Liberazione Italiano (Ciolfi, 2015) e, scritto con Leo Paladini, La sfida di Krusciov: problemi economici e politici dell'Urss dopo Stalin (Feltrinelli, 1960).

    Testimonianza di questo suo ''lungo viaggio'' è Pubblicate Živago!.
   

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