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Pupi Avati su Dante, suo valore è poesia non politica

Pupi Avati su Dante, suo valore è poesia non politica

Il regista, 'rispetto il ministro, ma è un po' pretestuoso'

ROMA, 15 gennaio 2023, 18:17

di Alessandra Magliaro

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il suo Dante ha fatto commuovere 1.000 studenti di Citanova appena venerdì scorso in una delle decine di proiezioni scolastiche con cui il film di Pupi Avati prolunga la sua vita oltre la proiezione in sala.

Il regista, che si è documentato per mesi diventando ancora più di prima un grande appassionato del Sommo Poeta, interpellato dall'ANSA sulle dichiarazioni del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano giudica l'uscita, "sia detto senza alcuna polemica, un po' pretestuosa. Nel senso che il valore di Dante, il motivo per il quale è sopravvissuto fino ad oggi e oltre oggi è la sua dismisura poetica, immensa, misteriosa, non certo la sua posizione politica".

Avati giudica l'uscita del ministro "anacronistica, visto che parliamo di 700 anni fa e di un contesto completamente diverso. Non la sua posizione politica nè la sua omniscienza lo ha reso immortale, considerato il tempo medioevale, e neppure l'uso del volgare, ma semmai il volgare applicato ad una opera poetica cosi vasta".

Nel film, con Sergio Castellitto-Boccaccio e Alessandro Sperduti-Dante, "mi sono ben tenuto alla larga dall'attribuirgli una posizione politica. Alcuni dantisti lo hanno analizzato per le sue scelte, ma Dante 'si mise in proprio', disgustato da tutto e il periodo peggiore della sua vita al quale attribuisce le sue disgrazie furono i due mesi in cui fu priore 'scendendo' in politica".

"Se penso a Dante - aggiunge Avati all'ANSA - e all'ideologia non mi verrebbe mai in mente la destra ma diciamo ad onore del vero che la visione delle cose del mondo di Dante è totalmente inapplicabile all' oggi, con un mondo davvero diverso. E anche Benedetto Croce la pensava così. Ripeto, senza polemica con il ministro che stimo, ma il valore di Dante è la sua dismisura poetica", conclude il regista, sottolineando di avere voluto nel film dare una visione di Dante spiritualmente alto "più vicino alla mia sensibilità che non è connessa a destra nè a sinistra".

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