ANDREA COTTONE, 1993 IL ROMANZO DELLE
STRAGI (ALIBERTI EDITORE, PP. 230, EURO 17,90)
Le stragi in Italia del 1993 e tutto ciò che si è mosso dietro,
raccontate in una non fiction novel attraverso il punto di vista
di un narratore inesperto, a tratti impacciato, che conduce il
lettore, pagina dopo pagina, a comporre il puzzle delineando
"gli intrighi e i giochi di potere di un'Italia, quella degli
anni '92 e '93, sulla quale ancora troppo poco sappiamo. Forse
perché abbiamo paura di scoprire quello che è davvero accaduto,
e che ha dell'indicibile e dell'incredibile: una trama di
interessi e complicità che fa rabbrividire e indignare" come
recita la quarta di copertina.
"1993 il romanzo delle stragi" con prefazione di Marco
Travaglio, utilizza la forma del romanzo per rivelare, carte
alla mano, il composito contesto in cui sono nate le stragi in
Italia fra la prima e la seconda Repubblica. A principio del
testo c'è, infatti, un avvertimento: "Tutti i contenuti che
seguono sono integralmente tratti da atti giudiziari e di
polizia giudiziaria". La storia, ambientata nel lasso di tempo
del governo Monti (novembre 2011-dicembre 2012) vede un giovane
alle prese con una tesi di laurea che finisce per essere una
vera e propria inchiesta. Nello sviluppo della trama, il lavoro
si incrementa continuamente di nuovi elementi, punti di vista e
nuove chiavi di lettura. Si parte dall'esecuzione materiale
delle stragi, passando poi ai mandanti interni, al movente e
agli effetti che ne sono derivati. Poi si allarga l'orizzonte
della ricerca, si risale alle origini della strategia portata
avanti in tutti quegli anni, si entra in uno "scenario
criminale" fino a narrare le trame più oscure.
Il romanzo è caratterizzato anche da alcuni "gialli
informatici" che si verificano nello sviluppo della storia e di
un hacker che funge da co-protagonista. Così come di testimoni
interessati ed abili e spietati manovratori che puntano a
obiettivi ben più alti e importanti di una semplice tesi di
laurea. Il protagonista, man mano che va avanti, mostra doti non
chiaramente apprezzabili all'inizio del racconto ed è costretto
a ricominciare il lavoro scoprendo che la strategia degli
attentati nasce molto tempo prima, per diversi motivi e da ben
altre menti che non quelle di Cosa nostra. Scopre una storia che
proprio non conosceva, che gli appare lontana dalla realtà
corrente. Il racconto si conclude con un colpo di scena che
disvela diversi punti seminati nell'arco della storia e che
consente al lettore di avere un quadro completo.
L'autore, il giornalista e comunicatore Andrea Cottone, narra
le vicende con un linguaggio semplice, anche nelle sue parti più
astruse, con l'intento di spiegare in maniera comune anche le
evidenze giudiziarie complesse, una storia e un contesto, come
quello dell'Italia del 1993, che rispetto ai nostri giorni
appare molto lontano, poco esplorato e quasi dimenticato.
"Questo libro è uno strumento indispensabile per dare la sveglia
a un Paese che non può più delegare ai parenti delle vittime di
mafia e a un pugno di magistrati e di giornalisti il dovere
della memoria e il diritto alla verità e alla giustizia" chiosa
Marco Travaglio nella sua prefazione.
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