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La 'doppia Roma' di Alessandro Mauro

La 'doppia Roma' di Alessandro Mauro

Una guida unica alla Città eterna attraverso le sue 'coppie'

ROMA, 23 febbraio 2024, 11:46

di Alessio Panizzi

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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ALESSANDRO MAURO, 'DI QUESTA DOPPIA ROMA. GEOGRAFIA DEGLI OPPOSTI E DELLE MERAVIGLIE' (EDIZIONI EXÒRMA, Scritti Trasversali, pp. 216 - 16,50 euro). 'Di questa doppia Roma. Geografia degli opposti e delle meraviglie' di Alessandro Mauro è una guida unica, del tutto inedita, alla Città eterna raccontata attraverso le sue 'coppie': dall'acquedotto antico, che si ferma a pochi metri dal travertino della Stazione Termini, fino al marmo del Verano circondato dai 'petali' nei chioschi dei fiorai. Novantanove istantanee, non più di quaranta righe ciascuna, colte con stile agile e sguardo curioso e ironico, che consentono di leggere la città da punti di vista nascosti.
    Il terzo libro di Mauro - dopo 'Se Roma è fatta a scale' del 2016 (Exòrma Edizioni) e 'Basilio. Racconti di gioventù assoluta' (Augh!, 2019) - affronta con coraggio una sfida che sembrerebbe impossibile: offrire a chi vuole ancora scoprire qualcosa della città più vista e commentata del mondo una chiave di lettura del tutto nuova, che sorprende ad ogni pagina anche chi Roma la vive da sempre, l'ha studiata e ormai pensa di conoscerla.
    E il ragionamento su Roma e i suoi doppi comincia dal nome al contrario, che suona 'amor' o anche 'àmor' tornando al latino.
    'Un nome double face che abbiamo solo noi, a riprova di un talento speciale che non serve spiegare'. D'altra parte 'Onalim, Igirap o Kroy Wen sono lì per conferma', insieme a tutte le altre città grandi piccole 'il cui nome ribaltato non darà mai la più ambita delle parole', scrive Mauro, romano del 1965, curatore di prodotti editoriali da 30 anni e da una decina scrittore per passione.
    Segue una raccolta di accostamenti sorprendenti, spesso spericolati, che descrivono una città che è metropoli d'Europa ma conserva angoli perfino di campagna e riesce a mescolare la leggenda dei monumenti con qualche tocco (ancora troppo pochi) di modernità nelle strade e nelle piazze. Non sorprende invece il 'doppio' filo che lega l'Urbe al Tevere, 'il motivo stesso per cui Roma sta dove sta', tanto da autorizzare 'l'ipotesi suggestiva che siano padre e figlia'. Un filo che 'trova parole e musica in un bel po' di canzoni': ecco un altro doppio, il fiume e le canzoni.
    Come la lotta tra il toro e l'angelo nel gruppo scultoreo che troneggia sull'ingresso della 'ammazzatora', il vecchio mattatoio del Monte dei Cocci a Testaccio; o le tombe e le panchine del Cimitero Acattolico; il Parco Letterario Pier Paolo Pasolini, che sta nascosto dove il poeta fu ucciso all'Idroscalo, e lì accanto il Centro Habitat Mediterraneo, oasi gestita dalla Lipu; fino al 'passaggio segreto' tra la coppia di porte a piazza del Biscione vicino a Campo de' Fiori. Ancora un trionfo degli opposti e dei gemelli.
    Roma eterna, ma anche sorniona e sfacciata. E così due luoghi diversi e costruiti a distanza di decenni possono essere uniti da un particolare surreale: i cartelli che li indicano. Capita con l'Auditorium Parco della Musica (2003), di cui si possono seguire le tracce dal mare, e lo zoo (che nasce nel 1911 ed ora è Bioparco): 'Capita che due cartelli vicini tra loro e lontani dalla meta, indichino pezzi di città opposta - scrive Mauro - Dunque è possibile che la vera indicazione, la ragione di tutto, sia per la cosa più bella e difficile da fare qui: perdersi'.
   
   

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