Ridere, sorridere, scherzare: è
questa la cura "consigliata" contro l'invidia, che alla fine -
come avviene nella fascinazione della tradizione popolare -
procura mal di testa e rende la vita ancora più complicata. E'
uno degli antidoti per contrastare uno dei vizi capitali più
diffusi - che in Basilicata si declina nell'eterno campanilismo
tra le città di Potenza e Matera - di cui si sta parlando nella
prima edizione del Festival dell'invidia sociale.
Il 17 giugno nel capoluogo lucano c'era stata
un'anticipazione. Oggi nel Museo archeologico ''Domenico
Ridola'' della città dei Sassi c'è stato un confronto tra
rappresentanti di associazioni delle due province lucane,
esperti della materia o che possono aiutare a comprendere le
cause di questo ''malessere''.
Il festival, "nato dalla motivazione di far riflettere,
ridere e contribuire a far crescere le comunità", è stato ideato
e promosso da Casa Netural, Matera Letteratura, Risvolta,
Amabili Confini, Tam (Tower Art Museum), Studio Antani,
Generazione lucana, La Luna al Guinzaglio e Prime Minister
Basilicata. ''Obiettivo del festival - hanno spiegato gli
organizzatori - è quello di favorire maggiore accettazione e
consapevolezza, rompendo tabù e facendo leva sul potere
dell'ammirazione, lievito indispensabile per avere relazioni
sane, resilienti e positive in ogni ambito della propria vita,
esercizio da praticare soprattutto qui al Sud dove è necessario
favorire le collaborazioni e le reti di alleanze per lo sviluppo
sociale, culturale ed economico del territorio''.
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