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(di Mauretta Capuano)
Quaranta scrittori e scrittrici - fra
i quali Dacia Maraini, Sandro Veronesi, Giulia Caminito, Melania
Mazzucco, Antonio Scurati, Maurizio De Giovanni - dei circa
cento della delegazione italiana che rappresenterà l'Italia alla
Buchmesse di Francoforte 2024 dicono no alle ingerenze della
politica negli spazi della cultura e criticano il programma che
vede presente l'Italia in modo "insulare" con "duetti fra autori
italiani".
Dopo il caso Saviano - assente dalla lista della della
delegazione italiana, poi invitato a partecipare dal Commissario
Straordinario Mauro Mazza del quale ha rifiutato l'invito, ma
che sarà comunque a Francoforte con gli editori tedeschi - in
una lettera al presidente dell'Associazione Italiana Innocenzo
Cipolletta e al direttore della Buchmesse Juergen Boos, i
quaranta firmatari, coordinati da Paolo Giordano, mostrano le
loro preoccupazioni maturate dopo un processo di discussione
collettiva da cui è scaturito questo documento.
"Ciò che vorremmo fosse manifesto è che 'l'incidente Saviano
alla Buchmesse' non è un evento isolato in Italia. S'inscrive in
una sequenza di prevaricazioni, di forme e gravità diverse, alle
quali assistiamo negli ultimi due anni e delle quali spesso
siamo l'oggetto, eventi singoli che mostrano una volontà
esplicita di ingerenza sempre più soffocante della politica
negli spazi della cultura" dicono nella lettera. "Tale ingerenza
- continuano - si esplica non solo nell'occupazione sistematica
di ogni ruolo decisionale nella cultura secondo criteri di
fedeltà politica, ma anche in forme più o meno esplicite di
censura, in attacchi personali volti al discredito e in un uso
spregiudicato delle querele ai danni di scrittori, giornalisti e
intellettuali da parte di chi occupa posizioni di potere".
"Se guardate all'elenco degli scrittori che sono stati invitati
alla Buchmesse, poi si passa attraverso l'associazione degli
editori, ci sono tantissimi scrittori che la pensano molto
diversamente da me ed è un bene" dice il ministro Gennaro
Sangiuliano a margine di un evento a Milano per celebrare i 50
anni de Il Giornale. "Mi pare che il problema è che abbiamo
aggiunto qualcuno a questi qui, quindi sono loro che
discriminano, non noi. Lo stesso Saviano non era stato segnalato
dal suo editore, nonostante ciò Mauro Mazza lo ha invitato. Più
di questo che dobbiamo fare?" sottolinea il ministro della
Cultura.
Non si fa attendere la reazione alla lettera di Cipolletta
che spiega: "stiamo condividendo con la Buchmesse una risposta.
Accoglieremo la richiesta delle autrici e degli autori. Abbiamo
sempre lavorato perché tutti gli autori e le autrici si
sentissero a casa, e continuiamo a lavorare con questo spirito"
. "Siamo lieti di aggiungere, anche in accordo con il
Commissario Mauro Mazza, un momento di dibattito alle occasioni
già individuate, come richiesto dai firmatari della lettera"
afferma il presidente dell'Aie.
"Lieto" che dal presidente dell'Aie "venga accolga la
richiesta di un evento aggiuntivo", ma "su tutto ciò che nella
lettera viene detto sul contesto, sulle ingerenze della politica
negli spazi della cultura, e in particolare sulle querele",
afferma Giordano a titolo personale "non vedo risposta né,
purtroppo, solidarietà. Se ci sentiamo a casa? Ci sentiamo a
casa, sì, grazie, forse anche troppo".
Che ci sia "una vera e propria ingerenza politica nelle
scelte culturali" e che questo rappresenti "una seria minaccia
alla libertà di espressione artistica e danneggi gravemente
l'immagine dell'Italia sulla scena internazionale dove si parla
ormai apertamente di un 'caso Italia'" lo sottolinea invece la
capogruppo democratica in Commissione Cultura della Camera,
Irene Manzi.
"Questa lettera - aggiunge Manzi - è l'ennesima conferma del
maldestro tentativo del Ministro della Cultura, Sangiuliano, di
utilizzare il proprio incarico per portare avanti decisioni di
parte".
Tra i firmatari della lettera Viola Ardone, Silvia Avallone,
Mauro Covacich, Mario Desiati, Donatella Di Pietrantonio, Helena
Janeczek, spicca l'assenza di Francesco Piccolo che era stato
tra i primi con Veronesi e Franco Buffoni a dire no dopo
l'esclusione di Saviano affermando "non mi sento legittimato a
rappresentare un gruppo di lavoro se manca qualcuno che
evidentemente doveva esserci".
Nella lettera viene chiesta anche la possibilità di incontri
internazionali "al di fuori degli spazi limitati che sono stati
disegnati dalla commissione italiana per noi" e viene
sottolineata "una mancanza grave di strategia culturale ed
editoriale da parte della commissione straordinaria incaricata
in Italia".
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