Emanuela Anechoum con
il romanzo 'Tangerinn' (Ed E/O) ha vinto il Premio Letterario
Città di Lugnano, che ha festeggiato la sua decima edizione,
dopo la pubblica votazione della giuria di esperti e della
giuria popolare che, da parte sua, ha indicato come prescelto
'Il velo strappato' di Brunella Schisa (HarperCollins), mentre
per la sezione racconti inediti, dedicati quest'anno al tema 'la
luce', il vincitore è stato Pancrazio Anfuso con 'Dal buio'.
A questi riconoscimenti si è aggiunto da quest'anno il Premio
Speciale Giorgio Patrizi, nato per ricordare l'illustre
italianista membro della giuria e tra i fondatori del premio
scomparso meno di un anno fa. Dedicato a un romanzo di alta
qualità stilistica e di ricerca sperimentale, è andato a
'Incompletezza' di Deborah Gambetta (Ponte alle Grazie),
riuscito, intrigante incrocio tra autofiction e romanzo
biografico, dedicato con sapienza narrativa a un complicato
problema sentimentale personale e all'amore per il logico
matematico Kurt Godel con la sua vita tormentata e i suoi
fondamentali e non facili teoremi.
I finalisti, oltre a Anechoum e Gambetta, Giulia Corsalini
con 'La condizione della memoria' (Guanda), Brunella Schisa con
'Il velo strappato' (HarperCollins) e Alice Urciolo con 'La
verità che ci riguarda' (66thand2nd), sono stati selezionati da
una giuria di esperti presieduta da Paolo Petroni e composta da
Daniela Carmosino, Annagrazia Martino, Giorgio Nisini, Paolo
Pintacuda, Ilaria Rossetti, Carlo Zanframundo oltre a Luca
Ricci, vincitore dello scorso anno, che vi entra a far parte per
un'edizione.
'Tangerinn' è un dialogo lettera di Mina con il padre appena
morto aprendo un confronto che, tra Londra e il Marocco, ha il
suo centro in un paese della Calabria dove la ragazza è
cresciuta e il padre ha aperto un bar sulla spiaggia,
frequentato da molti immigrati. Rivolgendoglisi col tu e
ricostruendo il proprio e il passato del padre, scopre le
similitudini dei due sradicamenti e come, se si vuol vivere
trovando un po' di pace, si debba imparare a accettare quel che
la vita ci dà. Sono intense, poetiche, malinconiche, ironiche e
talora drammatiche pagine, che, volgendosi indietro, guardano
avanti e riscoprono l'importanza degli affetti e del proprio
mondo, affrontando i temi degli immigrati di seconda
generazione. L'autrice, Emanuela Anechoum, è calabrese, ha 33
anni e lavora nell'editoria.
'Il velo strappato' di Schisa racconta con bel lavoro
narrativo la vicenda storica ottocentesca di Enrichetta
Caracciolo fatta monaca per forza, spirito ribelle che ha
reagito tutta la vita a quella violenza, avendo anche un ruolo
nei moti risorgimentali.
Il racconto 'Dal buio' di Anfuso, che riferisce con molta
finezza umana e sociale i pensieri di un minatore chiuso in una
galleria che occupa con molti colleghi per protestare contro il
trattamento padronale, è stato raccolto con gli altri racconti
finalisti in un volume dal titolo 'Effetto luce' (Gambini
editore), curato come sempre da Elisabetta Putini, che è anche
creatrice, curatrice e presentatrice del Premio stesso.
Sul palco, nella bella piazza del paese medioevale con la
stupenda Collegiata romanica, sono stati presentati tutti i
volumi finalisti, proclamati i vincitori e, prima, è stata
inaugurata al palazzo comunale la mostra 'Com'eri vestita' a
cura di Amnesty International per denunciare la violenza sulle
donne. Durante e dopo cena, la serata di questa X edizione è
stata conclusa dal gruppo le Swingeresse, che hanno eseguito
musica swing di ieri e di oggi con tale carica che hanno spinto
i presenti a ballare.
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