L'intelligenza
artificiale "è una rivoluzione che ci parla, che ci dice
buongiorno, che ci sveglia la mattina, che interpreta i nostri
desideri, che lavora sul nostro linguaggio, sulla nostra
fantasia, che smuove la nostra emotività. Quindi è mimetica e
molto pericolosa. Con il rischio che ci sfugga di mano? Secondo
me è già successo". Lo dice Mauro Crippa , direttore generale
dell'informazione e della comunicazione Mediaset, coautore con
Giuseppe Girgenti, professore di filosofia antica all'Università
Vita-Salute San Raffaele di Milano, di 'Umano, poco umano:
esercizi spirituali contro l'intelligenza artificiale' (Piemme),
presentato in un incontro a Il libro Possibile, il festival
sostenuto da Pirelli, che conclude la sua prima parte a
Polignano a Mare e poi sarà dal 23 al 27 luglio a Vieste.
"Non è possibile staccare la spina a questo punto - aggiunge
Crippa -. Comunque non dipende da noi farlo, perché il
quartier generale dell'intelligenza artificiale certo non è in
Italia ma nei grandi gruppi di tecnologia che controllano questi
sistemi" e già "i nostri dati sono a disposizione dell'Ia".
Con ogni progresso tecnologico "c'è sempre qualcosa che si
guadagna e qualcosa che si perde - aggiunge Girgenti -. Con
l'Ia si rischia di perdere l'intelligenza naturale. Per questo
nel libro proponiamo degli esercizi che un sono allenamento
della mente per stimolare appunto la capacità critica,
l'intelligenza naturale che deve rimanere autenticamente umana".
Per Girgenti in questo senso "ci sono "moltissimi rischi
nell'introduzione dell'intelligenza artificiale e di assistenti
virtuali a scuola, perché si rischia di appiattire e omologare i
nostri ragazzi".
L'Ia "fa già quasi tutto meglio dell'intelligenza umana -
osserva Crippa - perché è più veloce, è più economica,
totalmente in grado di eliminare la variabile tempo, visto che
fa le cose quasi in tempo reale. Quindi probabilmente noi tra
qualche anno avremo grandi malattie che sono state sconfitte, un
benessere generale migliore dal punto di vista fisico, una
maggiore efficienza nei servizi, nei lavori. Il punto è il
prezzo che si deve pagare per questo". Nell'informazione ad
esempio chi "se non i giornalisti dovrebbero essere i garanti
dell'autenticità di una storia, di una notizia? Ogni volta che
un giornalista viene sostituito da un sistema digitale è una
sconfitta ed è una perdita per l'informazione e anche, forse,
per la democrazia".
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