(di Chiara Venuto)
UN GATTO PER I GIORNI DIFFICILI -
ISHIDA SYOU (RIZZOLI, PP. 256, EURO 17)
"Le prescrivo un gatto": è così che, qualsiasi sia il problema,
il misterioso medico della 'clinica per l'anima' di Nakagyo, nel
centro di Kyoto, risponde ai propri pazienti. Frustrazione al
lavoro? Un felino per una settimana. Una nuova collega rischia
di rubarci il posto dei sogni? Facciamo dieci giorni. È con
questa premessa che comincia il romanzo d'esordio della
scrittrice giapponese Ishida Syou, Un gatto per i giorni
difficili, tradotto in italiano da Raffaele Papa, in corso di
pubblicazione in 25 Paesi.
Cinque capitoli per altrettante vicende. In ciascuna delle
storie, un impacciato e disperato protagonista cerca di trovare
la soluzione ai propri drammi interiori. Per questo si rivolge
ai propri amici, colleghi, parenti e, sempre per sentito dire,
scopre che c'è un posto dove si può ricevere aiuto. Nessuno sa
dove sia di preciso, è fuori da ogni mappa, ma le indicazioni
sono un girotondo che alla fine conduce al luogo giusto. Qui, in
una stradina stretta, un medico e un'infermiera hanno sempre un
gatto da dare 'in prestito' al nuovo paziente.
Se dunque gli strambi personaggi si aspettano di essere
visitati da uno psicoterapeuta, finiscono per uscire con un
trasportino. Ciascun esemplare peloso ha un proprio libretto di
istruzioni, ma l'inaspettato è dietro l'angolo e la soluzione -
che, in pieno stile letteratura 'feel good', arriva sempre - non
è mai quella che ci si attende all'inizio.
In un mondo in cui siamo sempre sommersi da adorabili video
di gattini, dunque, il romanzo non può che riscuotere successo.
Anche perché non sono poche le persone che sostengono di essere
state 'salvate' dal proprio animale. Ma, ancora più, perché
Ishida Syou tra le sue pagine manda anche un messaggio che ci
riguarda molto: gli animali vanno salvati a loro volta, che sia
non abbandonandoli oppure scegliendo di adottarli dai rifugi.
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