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Calvino e l'amore per Parigi, nel saggio di Gambaro

Calvino e l'amore per Parigi, nel saggio di Gambaro

Quando Cesare Pavese definì Calvino 'scoiattolo della penna'

ROMA, 25 maggio 2023, 11:52

Redazione ANSA

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Calvino e l 'amore per Parigi, nel saggio di Gambaro - RIPRODUZIONE RISERVATA

Calvino e l 'amore per Parigi, nel saggio di Gambaro - RIPRODUZIONE RISERVATA
Calvino e l 'amore per Parigi, nel saggio di Gambaro - RIPRODUZIONE RISERVATA

FABIO GAMBARO, 'LO SCOIATTOLO SULLA SENNA' (FELTRINELLI, PP. 168, EURO 18)

'Lo scoiattolo sulla Senna', del giornalista Fabio Gambaro, racconta gli anni parigini di Italo Calvino - di cui quest'anno ricorre il centenario della nascita. Lo 'scoiattolo' del titolo è un riferimento a Cesare Pavese: lo scrittore delle Langhe, recensendo il romanzo 'Il sentiero dei nidi di ragno', definì il collega Calvino uno 'scoiattolo della penna'.
    Nella Ville Lumière - città amata anche dalla moglie Chichita - Calvino rimase dal 1967 al 1980. Abitava in una bella casa, al numero 12 di square de Châtillon; aveva un grande studio, ricavato nella mansarda: alle pareti libri, stampe varie, e il celebre poster di Snoopy alla macchina da scrivere.


    Gambaro conduce il lettore nei luoghi frequentati da Calvino, l'autore del 'Barone rampante' faceva la spesa nei negozi di quartiere e nei mercati settimanali, tra cui quello della rue de Buci, e con la figlia Giovanna si recava allo zoo del Jardin des Plantes; il ricordo del rettilario finisce nelle pagine di 'Palomar'.
    La capitale francese è letteratura a cielo aperto e Calvino vi ritrovava le memorie di care letture: le opere di Dumas, Hugo, Balzac, Verne, Stendhal, Maupassant. Calvino viaggiava tanto in metropolitana, e al riguardo ebbe a dire: 'forse in questo mio rapporto col Métro entra anche il fascino del mondo sotterraneo: i romanzi di Verne che mi piacciono di più sono Le Indie Nere e Viaggio al centro della terra'. Ma la metropolitana lo faceva anche passare inosservato, cosa che a lui non dispiaceva: 'Io credo che la condizione ideale dello scrittore sia questa, vicino all'anonimato: è allora che la massima autorità dello scrittore si sviluppa, quando lo scrittore non ha un volto, una presenza, ma il mondo che egli rappresenta occupa tutto il quadro'.
    Lui e Chichita erano entrambi cinefili, le sale dove andavano più spesso erano Le Champo, Espace Saint-Michel, Reflet Médicis . Sceglievano film di ogni genere: dagli horror ai fantastici, da quelli degli anni Venti e Trenta, alle pellicole di prima visione.
    Nel tempo libero andava a salutare il suo amico Raymond Queneau, l'autore di 'Esercizi di stile'.
    Calvino lascia la Francia verso la metà del 1980. Prima di partire dona alla biblioteca dell'Istituto italiano di cultura di Parigi centocinquanta volumi. Si trasferisce quindi a Roma, in piazza Campo Marzio 5, in un appartamento grande con terrazza-giardino, e uno studio pienissimo di libri, arredato con le sculture di Melotti e i quadri di Steinberg. 
   

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