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Francesconi racconta dover fare i conti con l'intruso

Francesconi racconta dover fare i conti con l'intruso

romanzo tra noir e assurdo del direttore del Festivalfilosofia

ROMA, 12 settembre 2024, 19:01

(di Paolo Petroni)

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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DANIELE FRANCESCONI, ''L'INTRUSO'' (INCONTRI ED. pp. 196 - 18,00 euro) - Psiche è il tema del Festivalfilosfia di quest'anno (che inizia domani a Modena, Carpi e Sassuolo) e il primo romanzo uscito qualche mese fa di Daniele Francesconi, che ne è direttore, è il racconto di un viaggio di formazione di un uomo, un giornalista della Gazzetta della Pianura, in lotta con i propri fantasmi, le proprie ossessioni, tra insicurezza e rabbia, sino a una (cruenta e definitiva) soluzione.
    Un romanzo tutto realista, ma condotto sul filo dell'assurdo, così che il finale ognuno lo intenderà a suo modo, come una vittoria o come una sconfitta. Si racconta che il giornalista, Serafino Malinverni, rincasando una sera a casa sua vi trova un individuo che si muove con disinvoltura e afferma di avere l'autorizzazione ad abitare li con lui. Naturalmente vengono chiamati i carabinieri che però riescono solo a constatare che costui, Valerio Boschetti col suo pizzo da damerino e i capelli mossi, ha pare abbia davvero il diritto a stare li, come attentano i documenti, compresa una dichiarazione del padrone di casa.
    Il gioco diventa intrigante, tra l'incredulità, l'insofferenza, l'ira dell'affittuario principale e la disinvoltura e sicurezza del nuovo venuto, che in realtà non è appena arrivato, solo che, facendo il portiere di notte di un Hotel, esce nel tardo pomeriggio e rientra la mattina tardi, orari opposti a quelli del Malinverni che in quei casi è già andato via o non è ancora rientrato, essendo così riuscito per molto tempo a non incontrarlo.
    Ma sotto pressione del giornalista, e sempre un po' temendo il potere della stampa, i carabinieri si convincono a indagare più a fondo e intervistano altri inquilini del palazzo, tutti che conoscono è hanno ottimi rapporti col Boschetti. Si capisce allora che questi con la sua capacità di socializzare e partecipare alla vita del palazzo è forse l'altra parte di Malinverni, da tutti definito chiuso e scostante, quella con cui ognuno può trovarsi a doverci fare i conti. Tanto è vero che più si incontrano, più si scopre che questi in fondo fa parte della famiglia, conosce e coccola i figli di Maliverni e conosce bene la loro mamma, da cui lui è separato (allora si può supporre anche un gioco sulla difficoltà di accettare questa sostituzione nella vita famigliare).
    Il racconto si fa a suspence, e si tinge di giallo col lavoro giornalistico del protagonista, chiamato dal suo capo a far luce sulla riapertura delle indagini su un vecchio, famoso delitto rimasto insoluto, l'uccisione di maria tempesti con 27 coltellate, ma che ora, con genetica e nuovi mezzi scientifici si spera di poter chiarire, magari inchiodando quello chef stellato che pareva avere un alibi di ferro. Un giallo che pian piano conquista il cronista, che a suo tempo già se ne interessò.
    Una storia di profonde inquietudini esistenziali, di interrogativi tra l'etico e il grottesco, con attorno una città, anzi un palazzo dai tanti volti, occhi e orecchie, che vanno da un tal Casiraghi, cui l'intruso ha dato aiuto nel montare un parquet, al professor Balestra, matematico pragmatico, che invita a capire che questo mondo non considera più gente come Boschetti un intruso e lo invita a ''prenderne atto il prima possibile.... Provi a adeguarsi alle tendenze'' e gli riferisce di aver detto ai carabinieri che lui ''è una persona intelligente e presto si sarebbe convinto e capirà da solo che Boschetti gode del riconoscimento della nostra epoca''. Sono questi, e altri interventi e notazioni, che aiutano la lettura di questa storia, di cui non si può raccontare di più.
   

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