Bene Max Mara che diventa
"pelliccia free", ma "non è vero che non vendono pellicce da
diverse stagioni", come sottolineato ieri da una nota del
gruppo, "a febbraio erano ancora acquistabili capi con inserti
di pelliccia animale sui loro siti". Così la Lav in merito alla
dichiarazione di ieri all'ANSA di Max Mara Fashion Group nella
quale si spiega che il gruppo con sede a Reggio e negozi in
tutto il mondo sottolineava di essere "fur free da molte
stagioni". La Lav condivide alcuni screenshot realizzati tra
novembre scorso e febbraio di quest'anno.
"Lav e Fur Free Alliance prendono atto positivamente del
fatto che l'azienda, anche a seguito dei continui solleciti di
centinaia di migliaia di persone nel mondo, ha finalmente deciso
di raggiungere una policy fur-free, e di renderlo noto a seguito
del nostro comunicato stampa diffuso proprio ieri", scrivono le
associazioni animaliste, precisando però che "prima di
dichiararsi 'fur-free', quindi senza alcun inserto in pelliccia
di origine animale in tutti i capi di tutte le collezioni,
un'azienda oltre alla dismissione delle produzioni deve
dismettere anche la vendita dei prodotti in pelliccia. E questo
vale anche se si tratta di prodotti di collezioni precedenti".
"Di fatto, solo a seguito della campagna #FurFreeMaxMara,
indetta dalla Lav con la Fur Free Alliance lo scorso febbraio,
Mmfg ha rimosso dagli e-shop nel mondo tutti i prodotti con
componenti in pelliccia animale (come documentato dagli
screenshot fatti agli e-shop del Gruppo in diversi Paesi e
allegati a questa comunicazione, i brand Max Mara, Sportmax,
Marina Rinaldi commerciavano, in piena stagione invernale di
vendita, prodotti moda contenenti inserti in pelliccia di
visone, volpe, cane-procione 'Murmasky')".
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