"Oggi sulla lista delle cose da
portare in gita per ogni bambino c'è un K-way, ma se
diventassimo un brand di lusso tra 10 anni quel nome non ci
sarebbe più": non fa una piega il ragionamento di Lorenzo
Boglione, Vice President del Gruppo BasicNet, che lo scorso
ottobre ha ceduto il 40% del brand Kway a Permira.
Oggi a Milano per la riapertura del flagship store del
marchio di abbigliamento sportivo, dopo i lavori di ampliamento
che lo hanno completamente trasformato, Boglione ha annunciato
le prossime mosse pensate per sottolineare il carattere iconico
del brand, ma anche per festeggiarne i 60 anni. Appuntamento a
febbraio a Milano, durante la fashion week donna, non solo per
la tradizionale sfilata ma per una mostra, allestita al museo
della Permanente e aperta gratuitamente al pubblico, dove il
brand K-way sarà affiancato da altri marchi il cui nome è
entrato di fatto nel vocabolario, da Bic - sinonimo per tutti di
penna - a Chupa Chups - che nessuno chiama più lecca lecca - da
Rollerblade, nome commerciale più usato del comune 'pattini in
linea', a Moon Boot, ormai sinonimo di doposci. E poi Pongo, il
nome-marchio della pasta da modellare, e Borsalino, azienda
storica di cappelli il cui nome corrisponde al celebre modello
di copricapo.
"Abbiamo invitato una quindicina di brand che, come Kway,
hanno dato il loro nome alle cose, e abbiamo coinvolto -
racconta Boglione - un artista per ogni marchio, in un
approfondimento culturale che dopo Milano girerà il mondo, con
tappe a Parigi, Seoul e Londra". Proprio a Londra K-way sta per
aprire un flagship store in King's road, prima tappa di
un'espansione internazionale che punta in primis all'Europa. A
oggi i mercati di riferimento del brand, nato a Parigi, sono
Italia, Francia e Belgio.
Nel futuro del gruppo BasicNet, che ha in portafoglio brand
come Superga e Sebago, ci sono anche nuove acquisizioni, sempre
di brand "con una storia e un prodotto iconico, forti e
riconoscibili come lo sono i nostri". "Ci piace - sottolinea
Boglione - l'idea di non fare un prodotto di moda, la nostra
sfida è essere sempre noi stessi, con il nostro stile". Uno
stile - sottolinea - che deve per forza rimanere democratico:
"anche con l'ingresso di un fondo del lusso non cambia nulla: il
nostro core product è una giacca da 140 euro, perché K-way è e
vuole rimanere un brand accessibile".
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