Debutta anche in Italia, l'8 e il
9 giugno alle 19,30 all'Auditorium Manzoni per la "Primavera
Sinfonica" del Teatro Comunale di Bologna, l'opera di Béla
Bartók "Il castello del principe Barbablù" nella nuova versione
elaborata da Eberhard Kloke. Il capolavoro operistico del
compositore ungherese verrà presentato in forma di concerto con
la direzione di Jurai Valčuha, bacchetta di casa sul podio del
Comunale, amatissimo dal pubblico e tra i principali interpreti
del repertorio novecentesco.
Questa recente versione del Castello di Barbablù è realizzata
per un organico orchestrale molto ridotto rispetto
all'originale, e dunque si adatta meglio alle regole di
sicurezza anti Covid. Il maestro slovacco guiderà un cast
madrelingua composto dal baritono Károly Szemerédy nei panni del
principe Barbablù, ruolo che ha recentemente interpretato
all'Opera di Lione, e dal mezzosoprano Atala Schöck nella veste
di Judith, moglie del principe, parte che ha debuttato proprio
in Italia, nel 2018, al Teatro Massimo di Palermo.
Assente dalle scene bolognesi dal 2008, l'opera bartokiana
nacque nel 1911 dall'incontro tra il compositore e il
drammaturgo, sceneggiatore e regista cinematografico Béla
Balázs, due personalità di spicco del mondo culturale ungherese
del primo Novecento.
La prima rappresentazione scenica del "Castello del principe
Barbablù", unica opera del compositore nata con l'intento di
realizzare un dramma musicale ungherese di matrice folklorica,
si tenne all'Opera di Budapest nel 1918, ben sette anni dopo la
sua creazione, con la direzione dell'italiano Egisto Tango. Per
la vicenda, ispirata al personaggio Barbablù della fiaba di
Perrault e ambientata nel suo oscuro castello, Balász si
concentrò sull'apertura delle sette porte che di volta in volta
fanno scoprire a Judith il terribile segreto dell'amato
principe: dall'ultima porta escono infatti le tre precedenti
mogli di Barbablù e a quel punto la giovane donna capisce quale
tragico destino la attenda.
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