Mantiene la sua forza
'rivoluzionaria' e la capacità di coinvolgimento anche tra le
rovine maestose delle Terme di Caracalla, acquistando anzi
suggestioni nuove, il Rigoletto noir pensato da Damiano
Michieletto in piena era Covid per l'estate 2020 dell' Opera di
Roma al Circo Massimo. La riproposizione del capolavoro verdiano
adattata al palcoscenico del meraviglioso sito archeologico
della capitale, con i tre operatori di steady-cam in scena per
rilanciare in diretta sul maxischermo dettagli e passaggi del
dramma in perfetto stile cinematografico, ha incantato ieri
sera il pubblico della prima. Ai meriti del giovane regista,
amato e discusso per i suoi allestimenti, e alla prova dell'
orchestra diretta da Riccardo Frizza, si aggiunge la grande
prestazione dei cantanti, dal baritono Roberto Frontali, che
torna nel ruolo del titolo, alla Gilda del soprano Zuzana
Markova - applaudita a scena aperta in Caro Nome - al tenore
Francesco Demuro, la vera sorpresa, per aver sostituito all'
ultimo momento Piero Pretti e affrontato egregiamente il
personaggio del Duca di Mantova. L' ambientazione in una Italia
anni '80 animata da malavitosi violenti, con pestaggi che
evocano Arancia Meccanica, e maneggiano armi tra auto d' epoca,
roulotte e una giostra seguiti passo passo dalle telecamere,
crea un clima cupo al quale aggiungono valore emotivo gli
inserti filmati, flashback o accompagnamento simbolico della
trama, come l' immagine finale di Gilda in abito da sposa che
cammina tra le onde fino a sparire. I tre protagonisti -
insieme con tutto il cast e il coro diretto da Ciro Visco -
hanno meritato i lunghi applausi nelle arie e in particolare nei
duetti proprio per aver saputo affiancare all' esecuzione una
efficace e convincente prova da attori. Se al Circo Massimo le
restrizioni da Covid erano state risolte mantenendo il
distanziamento tra i cantanti, ora i personaggi tornano ad
esprimere anche fisicamente passioni e tormenti. Le repliche
sono in programma il 6, l' 8 e il 10 agosto.
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