Un pallone di marmo e dietro le
maglie dei gladiatori spunta un numero, l'11. Una scelta non
casuale. "Gigi Riva è stato un 'gladiatore' del XX secolo e
abbiamo voluto omaggiarlo sul palcoscenico del Lirico. Il teatro
d'opera deve essere la cassa di risonanza delle emozioni della
città", spiega all'ANSA Fabio Ceresa, regista di Nerone,
capolavoro di Arrigo Boito che ha inaugurato tra gli applausi la
stagione del Lirico di Cagliari.
La Roma imperiale con i suoi eroi accostati a quelli osannati
sui campi di calcio. Ancora, la corsa delle quadrighe al Circo
Massimo trasformata nella corsa delle auto. E' uno dei
parallelismi tra differenti epoche nella rilettura del regista,
per sottolineare la modernità dell'opera. Una raffinata messa in
scena per il debutto in Sardegna di Nerone a cent'anni dalla
prima alla Scala nel 1924, diretta da Arturo Toscanini.
L'ultima in Italia risale al 1975.
La regia snellisce l'intricata trama e mette in risalto i
momenti significativi di questo dramma storico intrecciando gli
eventi privati e la vita pubblica di questo personaggio
controverso. La trama segue due fili narrativi, quello storico
romano pagano con protagonista Nerone che, da giovane impaurito
e tormentato, perseguitato dall'uccisione della madre e visitato
dal suo fantasma pian piano diventa un tiranno assetato di
sangue. Parallelamente si svolge la storia della cristianità
nascente. Tra i riferimenti suggeriti dalla regia c'è un gioco
di specchi tra la Roma imperiale e l'impero di Etiopia del XX
Secolo. "E' interessante vedere come questi secoli dialoghino
tra loro e capire cosa dobbiamo imparare da questo confronto",
spiega Ceresa. Imponente la partitura valorizzata dall'attento e
meticoloso Francesco Cilluffo che ha restituito la magia dello
spartito. Ottimo il cast vocale, tra cui spiccano i due baritoni
Franco Vassallo (Simon Mago) e Roberto Frontali (Fanuèl).
Applausi anche per Mikheil Sheshaberidze (Nerone), Valentina Boi
(Asteria), Deniz Uzun (Rubria), Dongho Kim (Tigellino).
La bellezza dell'opera emerge anche dalla musica che arriva
da dietro le quinte, come gli interni del Coro e la banda fuori
scena su cui spicca il colore brunito delle tube wagneriane.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA