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Applausi al Lirico di Cagliari per il ritorno di Nerone

Applausi al Lirico di Cagliari per il ritorno di Nerone

E il Teatro rende omaggio a Gigi Riva sul palcoscenico

CAGLIARI, 10 febbraio 2024, 11:27

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un pallone di marmo e dietro le maglie dei gladiatori spunta un numero, l'11. Una scelta non casuale. "Gigi Riva è stato un 'gladiatore' del XX secolo e abbiamo voluto omaggiarlo sul palcoscenico del Lirico. Il teatro d'opera deve essere la cassa di risonanza delle emozioni della città", spiega all'ANSA Fabio Ceresa, regista di Nerone, capolavoro di Arrigo Boito che ha inaugurato tra gli applausi la stagione del Lirico di Cagliari.
    La Roma imperiale con i suoi eroi accostati a quelli osannati sui campi di calcio. Ancora, la corsa delle quadrighe al Circo Massimo trasformata nella corsa delle auto. E' uno dei parallelismi tra differenti epoche nella rilettura del regista, per sottolineare la modernità dell'opera. Una raffinata messa in scena per il debutto in Sardegna di Nerone a cent'anni dalla prima alla Scala nel 1924, diretta da Arturo Toscanini.
    L'ultima in Italia risale al 1975.
    La regia snellisce l'intricata trama e mette in risalto i momenti significativi di questo dramma storico intrecciando gli eventi privati e la vita pubblica di questo personaggio controverso. La trama segue due fili narrativi, quello storico romano pagano con protagonista Nerone che, da giovane impaurito e tormentato, perseguitato dall'uccisione della madre e visitato dal suo fantasma pian piano diventa un tiranno assetato di sangue. Parallelamente si svolge la storia della cristianità nascente. Tra i riferimenti suggeriti dalla regia c'è un gioco di specchi tra la Roma imperiale e l'impero di Etiopia del XX Secolo. "E' interessante vedere come questi secoli dialoghino tra loro e capire cosa dobbiamo imparare da questo confronto", spiega Ceresa. Imponente la partitura valorizzata dall'attento e meticoloso Francesco Cilluffo che ha restituito la magia dello spartito. Ottimo il cast vocale, tra cui spiccano i due baritoni Franco Vassallo (Simon Mago) e Roberto Frontali (Fanuèl).
    Applausi anche per Mikheil Sheshaberidze (Nerone), Valentina Boi (Asteria), Deniz Uzun (Rubria), Dongho Kim (Tigellino).
    La bellezza dell'opera emerge anche dalla musica che arriva da dietro le quinte, come gli interni del Coro e la banda fuori scena su cui spicca il colore brunito delle tube wagneriane.
   
   

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