È una candidatura ai David di
Donatello che affonda le radici in tanti mondi musicali diversi,
eppure simili, quella di Santi Pulvirenti per la colonna sonora
del film L'ultima notte di Amore di Andrea Di Stefano,
pubblicata da CAM/Sugar. Orchestra ma anche piglio analogico
come nella migliore tradizione rock. La musica, poi, come
personaggio a sé che entra nella trama del film.
"Ho cominciato a lavorare sulla colonna sonora partendo dalla
sceneggiatura - ha spiegato Pulvirenti - come spesso faccio per
'scrivermi' il mio personale film nella testa. Comincio ad
immaginare i personaggi quando ancora non sono definiti e poi
gli do un volto. Con Andrea abbiamo uno scambio molto profondo e
le chiacchiere prima e durante la scrittura sono fondamentali
per capire come la musica può diventare un attore insieme agli
altri".
Quella di Pulvirenti, figlio anagrafico della Catania degli
anni Settanta e musicale degli anni Novanta, è una musica
intrisa di una cinematografia italiana che ha fatto la storia,
così come delle note di compositori che il cinema l'hanno
definito con le loro colonne sonore. Il poliziottesco da un lato
e Morricone dall'altro, passando dal punk rock dei Fugazi,
quelli che "dopo un loro concerto a Catania avevano deciso di
finanziare la musica indipendente locale".
"La musica è una sceneggiatura parallela a quella ufficiale -
ha detto ancora Pulvirenti - e nella mia strizzo l'occhio a un
mondo cinematografico del passato come a quello del futuro.
Dentro c'è anche il mio approccio musicale pre-cinema, quando
suonavo con una band, chiudevo gli occhi e cercavo fisicamente
la musica degli altri per confrontarmici".
Molto, di tutto questo, accompagna anche il protagonista di
L'ultima notte di Amore, interpretato da Pierfrancesco Favino,
all'interno di uno spazio temporale di una notte sola, lunga e
definitiva negli accadimenti. Scura e velocissima. "Tutta la
sequenza iniziale del film - ha spiegato ancora Pulvirenti - è
stata girata in elicottero mentre Andrea (Di Stefano, il
regista) ascoltava la musica e indicava al pilota dove andare, a
seconda di quello che gli suggeriva la musica, per girare a
tempo. È stato un connubio meraviglioso che ci ha permesso di
giocare con tanti elementi, come nel caso dei respiri ansimati o
dei fischi. Il mood del film è entrato nella musica".
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