Dopo la reunion sul palco dello
scorso festival di Coachella con i suoi No Doubt, Gwen Stefani
torna in scena in versione solista e lo fa con un disco pensato
e realizzato alla vecchia maniera, tra band al gran completo e
sonorità lontane da quelle della diva del pop che è diventata,
ma anche dal rock e dal punk che è stata.
Bouquet, il nuovo album in uscita il 15 novembre un tutto il
mondo, è l'essenza della Gwen di oggi, una cantautrice rock che
non ha necessità di guardare al passato, più o meno recente, ma
nemmeno al futuro, che potrebbe (magari, chissà) cambiare ancora
tutte, ma proprio tutte, le carte in tavola.
E allora via i panni e i lustrini del pop mainstream e si
apra il sipario su quello che l'artista stessa a definito "il
disco più nudo a cui ho mai lavorato". E non tragga d'inganno la
cover dell'album che rimanda al mondo country, al quale Bouquet
non appartiene, se non, forse, per l'essenzialità e il realismo
dei suoni. Lo aveva chiarito già tempo fa, Gwen, che questo "non
sarebbe stato un disco country".
Sono dieci, in totale, le tracce inserite nella scaletta di
Bouquet e vanno da Somebody Else's fino a Purple Iris (in
collaborazione con Blake Shelton). La prima è stata il singolo
che ha inaugurato il nuovo viaggio in note della Stefani,
all'insegna del soft-rock e di una chitarra che riporta diretti
agli anni Settanta (quelli migliori). Nel mezzo, un intero
caleidoscopio di suoni.
Swallow My Tears, ora in radio in Italia, è invece il secondo
singolo pubblicato e rappresenta, come il predecessore, un brano
pop-rock perfetto per le radio.
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