Veline modificate leggermente ma
quanto basta per ribaltarne il senso, notizie non pubblicate,
ordini fintamente equivocati: Rodolfo Maucci, obbligato dai
nazisti a dirigere il Piccolo di Trieste, opererà un vero
boicottaggio, in parte tollerato da colui che doveva
controllarlo e con il quale invece condivideva le critiche al
nazismo. La storia, vera e singolare, di Maucci, è ora uno
spettacolo teatrale: "Il direttore", scritto da Pietro Spirito
(scrittore e giornalista proprio de Il Piccolo) e da Elke Burul,
che ne è anche regista e lo interpreta in qualità di attrice. La
piece andrà in scena il 3 settembre prossimo in occasione di
'Link on stage', la festa del giornalismo che si svolge ogni
anno a Trieste, organizzata da Prandicom in partnership con
Fincantieri. In realtà lo spettacolo fu già rappresentato una
volta nel corso di una serata, tempo fa.
Episodio di coraggio e di battaglia civile, la vicenda - come
nella realtà - si svolge nel gennaio del 1944, dopo l'annessione
di Trieste al Terzo Reich, quando Rodolfo Maucci, germanista
professore di tedesco al liceo Oberdan, collaboratore alle
pagine culturali del quotidiano "Il Piccolo", autore di libri di
lingua e letteratura tedesca, viene obbligato dal capo
dell'ufficio stampa del Supremo commissario nazista del Litorale
Adriatico ad assumere la direzione del quotidiano. Maucci non ha
scelta ma avvierà una capillare azione di boicottaggio del
giornale, di nascosto dagli stessi redattori che spesso gli sono
contro, stilando un diario segreto in cui annotare giorno per
giorno il sottile lavoro svolto. Realizza così un dossier
difensivo da esibire nel caso in cui possa essere costretto a
dare conto del suo operato dopo la guerra. Non gli servirà:
Maucci morirà di crepacuore poche settimane dopo la liberazione
dai nazisti, durante l'occupazione jugoslava della città.
Controllore dell'attività è Anton Cerjack che,
sorprendentemente, sebbene non perda occasione per accusarlo di
sabotaggio, si rivelerà alleato di Maucci.
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