Da Fabrizio Arcuri a Matteo Garrone,
da Lino Guanciale a Elio Germano, da Maddalena Parise a Vinicio
Marchioni: sono oltre venti gli "artisti e artiste della città
di Roma e del Paese" firmatari di una lettera di protesta,
anticipata dal sito di Repubblica, contro la nomina di Luca De
Fusco alla direzione generale del Teatro di Roma, dopo le
polemiche sollevate dalla scelta del cda della Fondazione
riunitosi con soli tre membri, assenti il presidente Francesco
Siciliano e la componente del Comune di Roma Natalia Di Iorio.
"La questione cruciale - scrivono - è che è stata presa una
decisione di questa importanza senza che fosse presente la
rappresentanza della città di Roma nelle figure del presidente e
della consigliera Di Iorio, rappresentanti del Comune di Roma,
socio di maggioranza del cda nonché proprietario del Teatro
Argentina, il Teatro Argentina, il Teatro India, il Teatro
Torlonia. E del Teatro Valle che a quanto ci consta nei prossimi
mesi avrebbe dovuto essere attribuito al Teatro di Roma". I
firmatari della lettera aperta ricordano che la nomina di De
Fusco è stata prima annunciata al Messaggero, un modo di
procedere che è "un grave colpo al rapporto di lealtà e al
rispetto istituzionale che legano il teatro della capitale alla
città, alle sue artiste e ai suoi artisti e al pubblico tutto e
a chi ogni giorno si impegna per mandare avanti il Teatro
stesso".
Dopo due anni di commissariamento, sottolineano ancora, "la
nomina del direttore generale era fortemente attesa ed è
decisiva per il rilancio del Teatro della nostra città. Come
artiste e artisti auspicheremmo una nomina ampiamente condivisa
di figura competente che possa guardare al bene del Teatro e
allo sviluppo culturale della città di Roma in tutte le sue
componenti. Una figura con una visione ampia ed inclusiva, che
possa garantire solidità, pluralismo, una profonda conoscenza
della macchina istituzionale, del contesto nazionale e
internazionale e del diversificato e fecondo territorio romano".
Inoltre "nella terna selezionata dalla commissione (Luca De
Fusco, Onofrio Cutaia, Marco Giorgetti, ndr), che poteva
arrivare fino a cinque nomi, non c'è alcuna parità di genere, né
tantomeno figure giovani".
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