-"Non mi aspettavo che la Rai avesse il coraggio di mandare in onda il mio film in prima serata. Sono stupefatto e felice di questa scelta". Per una strana coincidenza del destino, "Bella addormentata" di Marco Bellocchio va in onda su Rai3 giovedì 6 novembre a pochi giorni dalla morte di Brittany Maynard, la 29enne americana malata di cancro che ha messo fine alla sua vita dopo averlo annunciato qualche settimana fa. Prodotto da Cattleya e Rai Cinema, il film di Bellocchio trae spunto dalla vicenda di Eluana Englaro (in coma vegetativo per 17 anni e morta il 9 febbraio 2009 per interruzione dei suoi supporti vitali).
Tutto si svolge, in vari luoghi d'Italia, in sei giorni. In scena personaggi di fantasia dalle diverse fedi e ideologie le cui storie si collegano emotivamente a quella vicenda, in una riflessione esistenziale sul perché della vita e della speranza malgrado tutto. Protagonisti Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Maya Sansa, Pier Giorgio Bellocchio, Gian Marco Tognazzi, Brenno Placido, Fabrizio Falco, con la partecipazione di Roberto Herlitzka. "Non è un film sull'eutanasia - tiene a precisare il regista l'ho detto tante volte e il caso Englaro resta sullo sfondo, ma quella vicenda allora mi ha colpito allora profondamente. E' innegabile che una certa classe politica e Silvio Berlusconi, che oggi si professa a favore dei matrimoni gay, allora la strumentalizzò per ottenere l'appoggio del mondo cattolico - disse: 'non va dimenticato che la donna poteva anche rimanere incinta' -. Detto questo, vorrei far notare che nel film non c'è volutamente pregiudizio, il partito preso, certo non è una pellicola imparziale, ma neanche ideologica".
Il momento di maggiore tensione tra i fautori e i detrattori dell'eutanasia in Italia si è avuto nel febbraio del 2009, quando la casa di cura La Quiete di Udine ha accettato di assistere Eluana nel trapasso dal coma irreversibile alla morte. Un provvedimento della magistratura ha permesso l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione artificiali che la tenevano in vita dal 18 gennaio 1992, da quando si schiantò in auto.
Il regista ha portato sullo schermo le ragioni di chi si è battuto per sostenere la causa di Beppino Englaro, senza però scadere nel discorso di parte e facendo anche emergere il punto di vista e i sentimenti di chi l'ha osteggiata.
Bella addormentata è un'opera corale, dai forti contenuti filosofici, che parla del senso dell'esistenza e del labile confine che corre tra la vita e la morte. "Sono nate altre storie assolutamente non estranee alla storia di Eluana eppure indipendenti, che "pescavano" in un tempo più lontano (precedente al tempo di Eluana), il tempo di tutta la mia vita, l'infanzia, la famiglia, l'educazione, il compromesso della politica, i principi morali, l'importanza della coerenza alle proprie idee, il rifiuto di arrendersi di fronte a una vita in pericolo. Ad esempio da una parte possiamo vedere l'eutanasia come diritto a porre termine alla propria vita, penso agli anziani malati terminali, al caso Monicelli, o che soffrono in ospedale. Dall'altro c'è nel film il personaggio interpretato ad esempio da Maya Sansa, la Rossa, la giovane drogata che vuole morire ma ha tutte le caratteristiche per continuare a vivere. Un giovane medico, Pallido, giustamente fa di tutto per dissuaderla come è suo dovere, perché a quella donna non manca nulla per continuare a vivere, e il medico ricorre a tutte le risorse che ha. Senza Eluana che muore non ci sarebbe Bella Addormentata, che si risveglia".
Altri progetti Per Bellocchio? "Ce ne sono, ma è prematuro parlarne, ma ovvio bisogna sempre guardare vanti". Beppino Englaro, interpellato dall'ANSA, è molto felice che il film venga trasmesso dalla Rai: "Non c'è giorno che non pensi a Eluana e al suo sorriso. Il fatto che Bellocchio, uno dei massimi registi che tutto il mondo ci invidia, abbia deciso di fare un film ispirandosi alla sua storia, mi ha colpito e riempito il cuore. Un film che che mi ha commosso e che andrebbe visto più volte per coglierne tutte le sfumature, perché affronta grandi temi universali, la vita, la morte, le grandi domande, le grandi emozioni". Il caso di Brittany? "E' stata una libera scelta, e va rispettata per quello che è, ma si tratta di un suicidio assistito, un caso assai diverso da quello di Eluana. Quando nel 1992 mia figlia, dopo l'incidente, precipitò in uno stato vegetativo permanente - spiega Englaro - di questo problema non si voleva neanche parlare, c'era il deserto assoluto intorno. La gente non era pronta. Durante la fase terminale di questa vicenda, quando c'è stata la sentenza della Corte suprema di Cassazione, e ancor più dopo il decreto del 2008, allora sì che le cose sono cambiate dal giorno alla notte. Perché l'opinione pubblica è stata informata".
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