"Negli anni '70 dovemmo lottare
per i diritti, voi li avete trovati già fatti, sta a voi
difenderli con il sorriso determinato che sapete di avere. La
chiave del nostro futuro è ribellarci sempre, tanto ci
umilieranno, ci metteranno le mani addosso, non saremo mai
perfette, non andremo mai bene come non va bene Liliana Segre,
senatrice a vita che a 90 anni non può vaccinarsi senza
scatenare odi micidiali". Il monologo di Barbara Palombelli
all'Ariston è un appello alle ragazze, alle donne, alle nonne "a
non arrendersi anche se il prezzo è molto, molto alto".
Sul palco la giornalista racconta la sua storia ragazza
ribelle, che amava i Beatles e i Rolling Stones ma guardava
Sanremo con il padre che la sognava simile a Gigliola Cinquetti.
Una ragazza che a 15 anni iniziò a lavorare "e non ho mai
smesso, ha fatto la standista, la segretaria, la sondaggista, la
commessa per tanti anni. Studiate fino alle lacrime e lavorate
fino all'indipendenza, perché alla fine funziona", sottolinea
ricordando la chiamata di Ugo Stille al Corriere della Sera, poi
l'esperienza a Repubblica, in un amarcord accompagnato dai
successi storici del festival. "Le donne forti, in questa Europa
guidata dalle donne - dice ancora - devono contribuire alla
grande rinascita nostro paese, ci credo, sento che sta per
avvenire. Non vi fermate, correte, andate incontro al futuro
senza farvi togliere il fiato, il cuore, la dignità. Come ha
detto Papa Francesco, dobbiamo osare: non vi arrendete, facciamo
rumore".
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