Amici di Maria De Filippi non è un plagio: la ha stabilito la prima sezione civile della Corte di Cassazione (presidente Francesco Genovese) che - con un'ordinanza comunicata il 5 dicembre - ha assolto definitivamente la conduttrice dall'accusa di aver copiato un precedente format tv, concludendo un processo durato oltre sedici anni.
La Suprema Corte ha accolto la tesi difensiva dell'avvocato Giorgio Assumma e ha confermato le due precedenti pronunce del tribunale di Roma e della Corte d'Appello. La vicenda è iniziata nel 2004, quando lo sceneggiatore Roberto Quagliano citò in giudizio De Filippi, in qualità di autrice del programma Amici, accusandola di aver plagiato un suo precedente prodotto televisivo, intitolato 'Scuola di spettacolo'. Quagliano chiese al tribunale che sia la De Filippi sia la casa di produzione del programma, Fascino PGT, fossero condannate in solido al risarcimento dei danni. Richiesta respinta dai giudici: tra i due prodotti, stabilì il tribunale, c'era un'assoluta diversità di genere, essendo 'Scuola di spettacolo' un reality show, Amici un talent show, né c'era qualsiasi similitudine in termini di contenuto. La Corte d'Appello, nel 2016, confermò tale disposizione.
Ora la Cassazione ha posto fine alla vicenda, condannando Quagliano al rimborso delle spese dei tre gradi di giudizio a favore della De Filippi.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA