Per 60 anni ha accompagnato gli italiani salutandoli dallo schermo della tv con quella parola che è diventata il suo marchio di fabbrica, e che raccontava tanto di lui, 'Allegria'. Milano celebra un'icona della televisione italiana, colui che l'ha letteralmente accesa il 3 gennaio 1954, Mike Bongiorno, a cento anni dalla sua nascita con una mostra allestita a Palazzo Reale che si potrà visitare dal 17 settembre al 17 novembre. L'esposizione, promossa dal Comune, è curata dal figlio Nicolò Bongiorno e da Alessandro Nicosia con la consulenza di Daniela Bongiorno, moglie del conduttore. "Per 60 anni è stato nelle case di tutti gli italiani da Nord a Sud - ha detto il figlio Nicolò - ed è ancora molto amato, ancora vivo nel cuore degli italiani. La tv ha fatto cultura e questo nessuno lo pensava". In mostra ci sono rarità concesse dalla Fondazione Mike Bongiorno: documenti personali, foto inedite, copioni originali, cimeli artistici e premi. Non mancano le ricostruzioni scenografiche, come uno studio radiofonico americano anni Quaranta, la sala Tv di un bar anni Cinquanta, dove ci si riuniva a vedere i programmi più amati come Lascia o raddoppia?, la cabina rossa e bianca di Rischiatutto e la Ruota della fortuna. Filo conduttore anche i filmati biografici in cui Mike ripercorre la sua storia e quella d'Italia dagli anni Venti in poi. Ampio spazio ai filmati di repertorio Rai e Mediaset, che hanno partecipato al progetto. E proprio l'amministratore delegato di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, ha ricordato Mike con un intervento pubblicato sul catalogo della mostra, definendolo come un "innovatore" ma non solo "un pilastro della tv italiana". Mentre per Stefano Coletta, direttore della distribuzione Rai, "Mike Bongiorno è stato la Rai". La storia del primo conduttore della tv italiana è anche quella di uomo che ha attraversato la guerra, la prigionia a San Vittore, che è stato staffetta partigiana. Per poi intrattenere milioni di telespettatori prima nella tv pubblica e poi in quella privata, dopo la chiamata di Silvio Berlusconi che lo fece simbolo dell'allora TeleMilano. Infatti Berlusconi aveva intuito che Mike, che conosceva bene i meccanismi della tv americana, era l'unico che sarebbe stato in grado di gestire velocità e interruzioni pubblicitarie. Così è diventato l'alfiere di una televisione più moderna e innovativa. E questo senza dimenticare le 11 edizioni che ha condotto del Festival di Sanremo. Nei suoi ultimi anni ha ritrovato una nuova giovinezza televisiva in coppia con Fiorello. "La sua era una tv molto elegante e sempre attuale - ha ricordato Ludovico Peregrini, autore tv noto anche come il Signor No del Rischiatutto, che ha lavorato con lui per 40 anni -. Mike ha sempre detto che il suo erede era Gerry Scotti ma io penso che qualsisia presentatore elegante attento e rispettoso del pubblico possa essere suo erede oggi". Secondo il curatore Alessandro Nicosia "è una mostra completa perché racconta il presentatore, il re dei quiz ma non solo, anche la sua vita e il suo percorso umano, con tanti momenti dolorosi".
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