(di Monica Paternesi) ENRICO GIOVANNINI, DONATO SPERONI, UN MONDO SOSTENIBILE IN 100 FOTO (Pp 240 LATERZA, EURO 24) Una bambina in mezzo ad una distesa di ghiacci disciolti, un surfista che cavalca un'onda colma di rifiuti, lanterne solari per i contadini filippini; il prototipo di una casa ruotante ecologica: scatti di un pianeta che soffre e scatti che aiutano ad immaginare un pianeta più vivibile. Sono alcune delle immagini che compongono il volume "Un mondo sostenibile in 100 foto", di Enrico Giovannini e Donato Speroni, foto a cura di Manuela Fugenzi, pubblicato dagli Editori Laterza. Il libro fa il punto, attraverso la combinazione di fotografie e testi, sullo stato del nostro pianeta non limitandosi alla denuncia ma offrendo piuttosto spunti per un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Punto di partenza quell' Agenda 2030 sottoscritta nel 2015 dai governi di 193 nazioni -compresa l'Italia- che è un programma di azione articolato in 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e che riguardano il clima e l'energia; la povertà e le diseguaglianze; l'economia, l'innovazione e il lavoro; il capitale umano, la salute e l'educazione; la qualità dell'ambiente; il capitale sociale.
L'obiettivo del libro, che nasce dalla collaborazione tra l'Asvis (l'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, che riunisce oltre 240 soggetti della società civile), la casa editrice Laterza ed Enel, è di raggiungere il più vasto pubblico possibile: studenti e docenti infatti potranno scaricarlo in formato digitale gratuitamente sul sito www.unmondosostenibile.it. Quale sia il percorso suggerito si capisce fin dal titolo dell'introduzione, "La grande sfida", nel quale Enrico Giovannini sottolinea "le straordinarie opportunità che abbiamo per rendere il nostro mondo sostenibile da tutti i punti di vista". Giovannini ricorda che "nell'ultimo mezzo secolo il mondo ha fatto passi avanti straordinari, conseguendo un livello di ricchezza, educazione, salute, benessere, mai raggiunto nella storia dell'umanità" ma che "la consapevolezza dei rischi e dei costi che già oggi vengono sostenuti, soprattutto dai più deboli, deve stimolare l'agire comune a favore della sostenibilità, sapendo che il tempo disponibile è minimo".
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