(di Marzia Apice)
FRANCESCO BOGLIARI, 1922. DIARIO
DELL'ANNO CHE CAMBIÒ PER SEMPRE LA STORIA D'ITALIA (Mind
Edizioni, pp.368, 18 Euro). Dalle pagine dei giornali i grandi
eventi e le piccole notizie - la politica dei partiti, del
Governo e del Parlamento, la cronaca nera e bianca, accanto alla
cultura e allo sport - per raccontare e restituire intatto lo
spirito di un tempo lontano e di un Paese intero, in cammino
verso un infausto destino: arriva in libreria "1922" (Mind
Edizioni), libro di Francesco Bogliari che torna indietro con la
memoria per riaprire una delle pagine più buie del nostro
passato. Con la prefazione di Giancarlo Mazzuca, il volume con
l'essenzialità e la struttura di un diario ripercorre l'anno che
decretò l'inizio del potere di Benito Mussolini. La scelta
dell'autore è stata quella di non fornire alcun commento e di
dilatare l'immagine di quel fatidico 1922 tanto da vedere in
modo ravvicinato cosa successe: recuperando giorno per giorno,
da gennaio a dicembre, le cronache dell'epoca - consultando
minuziosamente i principali quotidiani e periodici e arricchendo
il testo con numerose fotografie - l'autore fa parlare i singoli
fatti, senza interpretarli, cercando di capire, anche con
notizie non strettamente legate alla politica, quali cause
favorirono la nascita del fascismo. Pur nel crescendo delle
violenze squadriste, nell'inconsistenza dei partiti e nello
sgretolamento progressivo delle istituzioni dello Stato, il 1922
in fondo all'apparenza non fu un anno troppo diverso dagli altri
e gli italiani vivevano nel bene e nel male la loro vita:
c'erano le vertenze sindacali e gli scioperi, le rapine, i
suicidi e gli omicidi, e poi le temperature record del caldo
estivo e l'esodo per la villeggiatura, i miracoli a Napoli, la
stagione lirica dell'Arena di Verona e le opere di D'Annunzio e
Pirandello, la moda di cappelli e ombrelli, i successi sportivi
nel calcio, nel ciclismo e nell'automobilismo e le inchieste sul
bilancio del Vaticano. Eppure in quei 12 mesi tutto cambiò e il
destino dell'Italia virò in modo tragico. Nel libro ogni cosa -
i fatti eclatanti così come quelli meno incisivi - concorre a
ricreare come nell'incastro dei tanti pezzi di un puzzle il
contesto nel quale Mussolini divenne il "Duce", trasformandosi
nel dittatore che, dopo aver giurato al Quirinale il 31 ottobre
in seguito alla cosiddetta "marcia su Roma", tenne in mano
saldamente il Paese per quasi 21 anni, fino al 25 luglio 1943,
creando di fatto il governo più lungo della storia d'Italia.
Come scrive Mazzuca nella prefazione, "C'è sempre una logica
dietro alle grandi svolte della storia di un Paese e aveva
perfettamente ragione Giuseppe Prezzolini quando, nel 1925,
scrisse che la marcia su Roma «non va giudicata incidente o
accidente che si sarebbe potuto evitare». Come è riuscito a
chiarirci lo stesso Francesco Bogliari in questo libro molto
interessante, sono soprattutto le cronache di un giorno
qualsiasi prima del 'grande terremoto' che possono spiegare
meglio i motivi che portarono al dannato sisma dell'ottobre
1922. Perché la storia è sempre fatta di tanti 'se' e di tanti
'ma': cosa sarebbe successo se, in quel determinato giorno, la
partita giocata dall'Italia fosse andata a finire
diversamente?".
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