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In evidenza
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(di Laura Valentini)
MARILÙ OLIVA 'LA BIBBIA RACCONTATA DA
EVA, GIUDITTA, MADDALENA E LE ALTRE' (SOLFERINO, PP 240, 17,90
EURO) Eva è stata creata a partire da una costola di Adamo e
insieme a lui apprende quel poco che sa, quasi niente, a parte
il fatto che vuole sapere e non le importa se per farlo dovrà
mangiare il frutto proibito, mettendo fine così alla permanenza
nell'Eden e dando inizio al faticoso percorso dell'umanità sulla
Terra. Comincia con la decisione (o il peccato) della prima
donna il racconto al femminile della Bibbia che la scrittrice e
saggista Marilù Oliva fa in 'La Bibbia raccontata da Eva,
Giuditta, Maddalena e le altre' (Solferino), in libreria dal 14
gennaio, ribaltando il baricentro del testo sacro a varie
religioni in cui il punto di vista è sempre maschile.
Di Agar oggi diremmo che è una madre surrogata ante litteram
perché la moglie di Abramo, Sara, decide di far giacere il
marito con lei per avere la tanto sospirata discendenza. Salvo
poi chiederne l'allontanamento quando (all'età di 90 anni) per
volere di Dio concepisce un figlio, Isacco. Agar e il suo
Ismaele vengono mandati soli e senza provviste nel deserto ma si
salvano. Nel frattempo l'ingenua schiava egizia ha raggiunto una
consapevolezza su valori di cui ignorava l'esistenza: la
bellezza ad esempio. 'Perché era così importante per una donna?
Captai che costituiva un potere incommensurabile, se rendeva la
mia padrona così sicura di sé'.
Lia vuole l'amore e sposa Giacobbe con l'inganno ma sua sorella
Rachele è la vera prescelta: con lei si contende per anni il
cuore dello sposo ma poi la primogenita, la sola che ha avuto
figli, si ravvede. "Ci trovammo all'improvviso coi capelli
grigi, la pelle avvizzita, le forze che cedevano, la vecchiaia
si stava annunciando". Infine le sorelle si alleano contro i
soprusi del padre. Poi c'è Lia che si opporrà anche alle nozze
riparatrici della figlia Dina con il suo stupratore: "Le avete
chiesto se è d'accordo?". Da lì prende le mosse la storia di
Giuseppe, nipote di Lia e figlio di Rachele, che con i suoi
sogni divinatori salva l'Egitto e altre terre dalla carestia e
perdona i suoi fratelli che l'avevano venduto.
Miriam avrebbe voluto nascere uomo, unica condizione che
garantisce la libertà. "Fin da piccola avrei voluto nascere uomo
per essere libera", racconta, poi lotta assieme a suo fratello
Mosè perché possa esserlo tutto il suo popolo. Anche Giuditta
anela alla libertà, più cara dello status di donna coniugata.
"Pur avendo ricevuto allettanti proposte per le seconde nozze,
continuavo a preferire mille volte la mia vedovanza, perché
nessun altro stato mi avrebbe concesso uguale libertà". Si
tratta di una parola che assieme a conoscenza, potere e lotta
nella Bibbia, al pari di altre grandi storie scritte dagli
uomini, viene declinata al maschile. Ma poi le donne emergono da
queste pagine con la determinazione di Giuditta, l'onestà di
Susanna, la passione di Maria Maddalena e tante altre ancora, a
passarsi il testimone di una forza che sfida ogni tempo e ogni
discriminazione.
E non sembra casuale ma del tutto al passo con i tempi in cui il
Papa ha nominato una donna, suor Simona Brambilla, per la prima
volta prefetto del dicastero responsabile di tutti gli ordini
religiosi della Chiesa cattolica, il fatto che una rilettura
della Bibbia al femminile arrivi anche dal saggio 'Le radici del
mondo-Le donne e la Bibbia' (Mondadori, in uscita a marzo),
della teologa Adriana Valerio. Docente alla Federico II di
Napoli, Valerio nel libro riversa il frutto di oltre vent'anni
di studi andando oltre le iconografie tradizionali delle
protagoniste della Bibbia. Da Eva a Sara, da Maria a Maddalena,
l'autrice esplora il ruolo delle donne nella sacra scrittura,
smascherando pregiudizi storici e analizzando il rapporto tra il
sacro e le questioni di genere.
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