Il presidente del consiglio, Matteo Renzi, torna sui licenziamenti degli statali furbetti. "Non capisco le polemiche dei sindacati dopo che abbiamo detto che chi viene sorpreso a timbrare il cartellino e andare via deve essere licenziato in 48 ore", dice parlando alla Reggia di Caserta.
"Chi viene beccato a timbrare il cartellino ed andarsene viene licenziato entro 48 ore: è un fatto di buonsenso e di correttezza perché permette a tutti gli altri dipendenti della Pa di essere guardati a testa alta", ha detto ancora il presidente del Consiglio. "Dobbiamo valorizzare le donne e gli uomini che lavorano nella Pa e che, nella stragrandissima maggioranza dei casi, sono onesti: hanno bisogno di sentire al proprio fianco la vicinanza dello Stato. Perciò abbiamo annunciato una cosa molto semplice, banale, e non so perché qualche sindacato abbia fatto polemica", ha aggiunto.
SINDACATI RILANCIANO SUL CONTRATTO - "Primi e inflessibili a denunciare e a dissociarci dai casi di assenteismo ingiustificato, vorremmo però che il premier Renzi applicasse la stessa solerzia nel rinnovo dei contratti pubblici. È la contrattazione il luogo dove affrontare questi temi, non l'ennesimo intervento legislativo". Ad affermarlo è il segretario generale della Fp Cgil, Rossana Dettori. "Leggeremo il provvedimento annunciato - aggiunge la dirigente sindacale - augurandoci che, nel rispetto del garantismo, preveda procedure giuste ed eque. Il segretario generale della Uil, Roberto barbagallo, annuncia che il sindacato si costituirà parte civile contro i furbetti, ma chiede al Governo "altrettanta solerzia nel rinnovare i contratti"
PUGNO DURO RENZI CONTRO GLI STATALI FURBETTI - Chi "timbra e se ne va" verrà "licenziato entro 48 ore" e "il dirigente che non procede al licenziamento rischia lui stesso di essere mandato a casa". Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che assicura in un'intervista al Tg5 il "pugno duro" del Governo sui cosiddetti furbetti del cartellino, i famigerati fannulloni della Pubblica Amministrazione, che però il premier preferisce chiamare "truffatori" ricordando i casi di Sanremo e le recenti cronache di Roma. Insomma si tratta di passare da una media di 102 giorni per il licenziamento, tanti sono oggi necessari stando alle ultime statistiche della Funzione pubblica, ad appena due.
Sotto la lente del Governo, che porterà le misure in Cdm già il prossimo mercoledì, la falsa attestazione della presenza in servizio, con l'ipotesi di mettere subito fuori dall'ufficio chi viene colpito in flagrante. Finti malati, furbetti del cartellino, professionisti dello sciopero bianco sono da tempo nei pensieri dell'esecutivo e il nuovo caso della Capitale, con protagonisti alcuni custodi del Museo delle Arti e delle Tradizioni popolari, ha probabilmente rappresento la goccia che fa traboccare il vaso. Alla lunga lista di provvedimenti targati Madia in rampa di lancio, oltre dieci, si aggiungono quindi le misure per rendere più facili i licenziamenti e probabilmente anche quelle per rafforzare lo strumento della visita fiscale, passando le competenze dalle Asl all'Inps, come polo unico per i controlli.
LE NORME ATTUALI - Oggi l'iter dura in media più di cento giorni e non sempre l'azione disciplinare viene portata a termine: su sette mila procedimenti aperti ogni anno quelli che portano all'interruzione del rapporto di lavoro sono poco più di 200, di cui un centinaio per assenteismo. Per Renzi c'è in gioco la "credibilità" della Pubblica Amministrazione e i dipendenti che falsificano le presenze la "distruggono". Accorciare i tempi, rispetto a quanto previsto dalla legge Brunetta, non è però la sola soluzione, dovrebbe arricchirsi anche la casistica delle situazioni punibili, con un focus sulle assenze reiterate (sempre di lunedì o venerdì) e su quelle di massa, quando di colpo mancano all'appello gran parte dei dipendenti di un singolo ufficio, dipartimento o corpo (il pensiero va al famigerato Capodanno dei vigili urbani di Roma). Ma non basterà, c'è anche da rivedere la responsabilità del dirigente in materia e magari concedere poteri 'speciali' quando il dipendente 'fannullone' viene colto in flagrante.
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