L'Italia rispetterà le regole europee ma senza manovre depressive per la crescita, perché bisogna evitare una procedura d'infrazione che sarebbe un grosso danno per la reputazione del Paese. Il premier Gentiloni e il ministro Padoan sgombrano il campo dai dubbi e frenano le fughe in avanti di chi, in questi giorni, vedeva l'Italia proiettata su una rotta di collisione con Bruxelles. "Come sempre rispetteremo le regole europee ma senza in alcun modo manovre che possono avere effetti depressivi e confermando l'azione riformatrice che l'Italia sta portando avanti", ha assicurato Gentiloni da Madrid, dicendosi fiducioso che l'Ue "non sarà affatto sorda e cieca di fronte alle circostanze eccezionali" affrontate dall'Italia, "altrimenti farebbe un pessimo servizio innanzitutto a se stessa". Le parole del premier arrivano dopo che il ministro dell'economia, da Bruxelles, aveva messo in guardia dal grave danno "di reputazione" di una eventuale procedura per il debito eccessivo.
Uno scenario che, in questi giorni di incertezza in vista di un possibile appuntamento elettorale, qualcuno potrebbe decidere di mettere in campo per sfruttarne il potere raccatta-consensi. Una 'punizione' Ue sarebbe "un'inversione a U rispetto a quello che è stato costruito fino ad adesso", ha tagliato corto Padoan, convinto che il dialogo con Bruxelles debba continuare, anche perché esso non limita in alcun modo l'azione del Governo. Ad esempio, sul sisma i ministri interverranno con "misure concrete" già la prossima settimana, e questo "indipendentemente da come si risponderà alla richiesta della Commissione di effettuare un aggiustamento". Al termine dell'Ecofin, il responsabile dell'economia torna anche a spronare l'Europa: "Non si può continuare come se non fosse successo niente soprattutto in questo anno politicamente complicato per molti Paesi". Un richiamo che si aggiunge a quello di Gentiloni, che fa di nuovo appello affinché l'Europa acquisiti "consapevolezza dell'importanza di mettere il tema della crescita al centro delle nostre politiche con ragionevolezza e flessibilità".
Da parte sua la Commissione ripete che si aspetta nei prossimi giorni che l'Italia prenda "impegni chiari" e "dettagli misure" precise nella lettera con cui deve rispondere ai suoi rilievi. Il vicepresidente Valdis Dombrovskis ha spiegato che è l'unico modo per evitare la procedura per l'alto debito "che non è sceso negli ultimi anni", e per questo la Commissione sta preparando il rapporto 126.3, che ne analizza andamento e sostenibilità. Per ottenere una valutazione positiva, l'Italia deve effettuare quello sforzo strutturale di 0,2% del Pil che le è stato chiesto. "Aspettiamo che queste misure siano dettagliate", ha detto il vicepresidente, ricordando le "discussioni intense con le autorità per molti mesi su questo tema", e la paziente attesa di decisioni che - ci si rendeva conto - erano rese difficili dalla situazione politica instabile. Ma ora anche il tempo della pazienza è terminato.
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