A dicembre sono state autorizzate dall'Inps 19,8 milioni di ore di cassa integrazione alle aziende con un calo del 30,1% su novembre e del 47,6% rispetto a dicembre 2016. Lo si legge sugli Osservatori statistici dell'Inps. Nell'intero 2017 le ore di cassa integrazione chieste sono state 351 milioni con un calo del 39,3% sul 2016 (le ore erano oltre 579 milioni), il dato minimo dal 2008, anno di inizio della crisi economica.
Tra gennaio e ottobre il "tiraggio", ovvero l'utilizzo effettivo delle ore di cassa integrazione è sceso al 33,6%. Su 302,7 milioni di ore autorizzate ne sono state effettivamente usate solo 101,7 milioni.
A novembre sono arrivate all'Inps 209.325 domande di disoccupazione con un calo del 26,39% rispetto a ottobre e un aumento del 3,63% rispetto a dicembre 2016. Tra gennaio e novembre sono state presentate nel complesso 1.293.073 domande di disoccupazione (tra Naspi, Aspi, miniAspi e mobilità) con un aumento del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2016.
Le pensioni liquidate dall'Inps con decorrenza 2017, cioè le nuove pensioni, sono state 516.706 con un aumento del 6,3% sul 2016. Lo si legge nel Monitoraggio sui flussi di pensionamento dell'Inps nel quale si spiega che nel 2017 i requisiti per l'accesso alle pensioni sono "rimasti immutati" sul 2016, anno che invece aveva visto l'aumento di 4 mesi per l'aspettativa di vita oltre a quello per le donne. Le pensioni di vecchiaia sono state 155.592 (+24% sul 2016) mentre quelle anticipate sono state 140.193 (+16,4%). Sono diminuite le pensioni di invalidità e ai superstiti liquidate nell'anno.
Crescita sostenuta per gli assegni sociali, la prestazione erogata dall'Inps alle persone con più di 65 anni e sette mesi in stato di bisogno economico. Nel 2017 - rileva l'Inps nel Monitoraggio sui flussi di pensionamento - i nuovi assegni liquidati sono stati 43.249 con una crescita del 17,7% rispetti ai 36.740 erogati nel 2016. L'assegno può essere richiesto da cittadini italiani o stranieri con permesso di lungo soggiorno residenti del nostro Paese senza reddito o con un reddito annuale inferiore a 5.824,91 euro.
Nei primi undici mesi del 2017 sono stati attivati, comprese le trasformazioni, 1,43 milioni di contratti a tempo indeterminato con un calo del 4,48% sullo stesso periodo del 2016. Lo rileva l'Inps nell'Osservatorio sul precariato: le cessazioni di contratti stabili nello stesso periodo (1.456.843) sono state superiori alle assunzioni. Grazie al boom dei contratti a termine nel complesso i nuovi rapporti di lavoro (fissi e a termine) nel periodo sono stati 6.403.694 con un saldo tra assunzioni e cessazioni (5.602.914) pari a +800.780 contratti.
Crollano le assunzioni stabili a novembre: i nuovi contratti a tempo indeterminato (comprese le trasformazioni) stipulati nel mese - si legge nelle tabelle dell'Osservatorio sul precariato dell'Inps - sono stati 88.815 con un calo del 30,3% rispetto allo stesso mese del 2016 (127.565). Nel 2016 erano in vigore incentivi contributivi alle assunzioni stabili ma ridotti rispetto al 2015 quando, anche grazie allo sgravio contributivo triennale totale per i contributi previdenziali, furono stipulati 200.536 contratti a tempo indeterminato.
I contratti di lavoro a chiamata nei primi 11 mesi del 2017 hanno registrato, grazie soprattutto all'addio ai voucher, un vero e proprio boom: tra gennaio e novembre - si legge sull'Osservatorio sul precariato dell'Inps - i contratti a chiamata sono passati dai 179.000 del 2016 a 392.000 nel 2017 con un aumento del 119,2%). L'Inps segnala con l'aumento dei contratti a termine (+26%) e dell'apprendistato (+13,9%) anche l'incremento dei contratti di somministrazione (+20,3%). Questi aumenti possono essere posti in relazione alla necessità per le imprese di ricorrere a strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a partire dalla metà dello scorso mese di marzo e sostituiti, da luglio e solo per le imprese con meno di 6 dipendenti, dai nuovi contratti di prestazione occasionale.
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