Il decreto Genova si appresta a salire, con grande fatica, al Colle. A dodici giorni dal varo in consiglio dei ministri (con la formula 'salvo intese'), il provvedimento è infatti rimasto bloccato al Tesoro, rallentato da una situazione di caos sulle coperture. Lo scoglio però sembrerebbe ora superato: Palazzo Chigi assicura infatti che il decreto sta per essere inviato al Quirinale. Mostrando ancora una volta una scarsa sintonia, almeno nella tempistica delle dichiarazioni, con via XX Settembre. Una situazione che non può non alimentare le polemiche, con il presidente della Liguria Giovanni Toti che a questo punto vede più opportuno ritirare il dl e ricominciare. In questo clima confuso, arriva intanto l'atto d'accusa della Commissione ispettiva del Mit contro Autostrade: la società sapeva del degrado ma non è intervenuta.
Accuse che la concessionaria rigetta al mittente: sono solo "mere ipotesi".
E' da giorni che il Governo assicura l'arrivo imminente del decreto per Genova: venerdì il ministro delle infrastrutture Toninelli lo dava per "pronto" con la pubblicazione in Gazzetta nelle "prossime ore"; sabato fonti del Governo parlavano di "stesura nella fase finale" e nelle "prossime ore" al Colle; ieri lo stesso premier Giuseppe Conte aspettava "i riscontri del Mef" e confidava di inviarlo già oggi al Quirinale. Nel corso della giornata convulsa, si è capito il perché del ritardo. Il provvedimento è infatti arrivato al Tesoro "senza alcuna indicazione degli oneri e delle relative coperture" e "in una versione molto incompleta", spiegano fonti Mef, assicurando che i tecnici della Ragioneria generale dello Stato stanno "lavorando attivamente per valutare le quantificazioni dei costi e individuare le possibili coperture". I tecnici della Ragioneria ci lavoreranno tutta la notte e la bollinatura è attesa "nelle prossime ore (stanotte o domani mattina)", dopodiché ci sarà la trasmissione al Quirinale, spiegano le stesse fonti Mef. Una situazione che però alimenta dubbi e preoccupa le istituzioni locali, con il Governatore ligure Toti che si chiede "se non sia più opportuno il ritiro del Decreto per ricominciare da capo su basi più solide, condivise e realistiche".
Il caos sul decreto, che Genova aspetta da oltre 40 giorni, ha intanto sovrastato il duro scontro fra la Commissione istituita dal Mit e Autostrade. La Commissione, istituita per fare luce sul crollo del ponte di Genova, ha reso pubblica infatti la sua relazione conclusiva con le ipotesi sul crollo (la causa va ricercata non tanto la rottura di uno o più stralli, quanto in quella di uno dei restanti elementi strutturali) e dure accuse contro Autostrade. La società, pur a conoscenza di un "accentuato degrado" del viadotto Polcevera - secondo la relazione - non è intervenuta e non ha adottato alcuna misura precauzionale a tutela dell'utenza. La Commissione, che accusa Autostrade di aver minimizzato e celato, svela inoltre che il documento sulla valutazione di sicurezza "non esiste" perché quella valutazione non è stata eseguita. Nel mirino anche la procedura di controllo della sicurezza strutturale delle opere, che "è stata in passato, ed è tuttora inadatta al fine di prevenire i crolli e del tutto insufficiente per la stima di sicurezza nei confronti del collasso". Accuse da cui risponde la società ("non possono che ritenersi mere ipotesi ancora integralmente da verificare e da dimostrare"), replicando punto su punto: la valutazione sulla sicurezza non era prescritta nella zona in cui è caduto il ponte; il sistema di controllo è "totalmente conforme" alla legge e non è mai stato oggetto di rilievi da parte del Ministero; non c'erano condizioni di rischio che giustificassero di chiudere il ponte al traffico.
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