Lo stallo su come mitigare lo shock economico del coronavirus si può superare. Facendo ricapitalizzare la Banca europea degli investimenti dal Meccanismo europeo di stabilità, con uno "schema sinergico" architettato in modo da superare sia le resistenze di alcuni Stati ai prestiti del Mes sia i timori dei 'nordici', a cominciare dall'Olanda, a mutualizzare i prestiti ai singoli Paesi.
A lanciare l'idea è Intesa Sanpaolo, con una proposta che punta a velocizzare i tempi della risposta alla pandemia e superare i nodi che anche la scorsa notte hanno fatto impantanare il negoziato dell'Eurogruppo. Ne ha anticipato le grandi linee l'amministratore delegato Carlo Messina in un'intervista a Repubblica stamane: il Mes si indebita sui mercati e ricapitalizza la Bei con 100 miliardi, "la Bei con la sua leva di oltre sei finanzierebbe 600 miliardi di progetti in Europa, circa 100 miliardi destinati all'Italia per la sua quota parte di azionista".
Sarebbe la Bei, dunque, con una "sezione speciale", a prestare ai singoli Paesi, senza dover creare un nuovo veicolo finanziario o modificare i trattati, quindi con tempi che rischierebbero di essere molto lunghi. Una delle proposte - quella francese, e nelle linee generali quella avanzata da Cottarelli/Galli/Letta - è un Credit Fund, che si finanzi sul mercato grazie alla garanzia solidale di tutti gli Stati dell'Eurozona.
Ma richiede tempo: bisogna creare un veicolo finanziario, dotarlo di una struttura operativa, di rating. Ma il veicolo c'è già, ha rating massimo (tripla A), ed è appunto la Bei, nel cui capitale l'Italia ha il 18,8%: ecco il succo della proposta della banca milanese. "Una risposta efficace - si legge in una nota di Intesa - alle resistenze di alcuni stati (tra cui la stessa Italia) ad accedere a prestiti diretti del Mes (anche se non ci fossero condizionalità) e dall'altro alla chiusura di altri Stati nei confronti dell'emissione di Eurobond". Perché l'unico finanziamento effettivamente mutualizzato sarebbe quello del Mes. Ma anziché essere usato per finanziare gli Stati membri, andrebbe a ricapitalizzare un'istituzione solida come la Bei. Che già presta agli Stati: l'Italia lo scorso anno ha avuto finanziamenti per 9,7 miliardi su un totale di 56 miliardi. Ci sono accorgimenti tecnici di cui tener conto. La Bei è un organismo dell'Ue a 27: la 'Bei bis' proposta da Intesa Sanpaolo finanzierebbe i soli 19 Paesi dell'euro, e dunque l'aumento di capitale sottoscritto dal Mes sarebbe in azioni di tipo B, cui afferirebbero perdite e profitti legati all'operatività di questa 'sezione speciale' dell'istituto. Che però avrebbe a disposizione le stesse, consolidate strutture operative che già ha. Disponendo di una leva, di una solidità patrimoniale e di una potenza di fuoco in grado di fare la differenza nella risposta europea alla pandemia, e muoversi in tempi rapidi per l'emergenza. Con interventi che, nella proposta, andrebbero al 20% alle banche per finanziare famiglie e imprese (con prestiti dati a collaterale, come già accade). E all'80% direttamente agli Stati, allo stesso tasso cui la Bei si finanzia sui mercati e con scadenza molto lunghe, (si ipotizzano 50 anni) e un ampio periodo di pre-ammortamento (ad esempio 10 anni).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA