Dal 25 maggio prossimo la Jabil, multinazionale americana dell'elettronica, procederà al licenziamento collettivo di 190 dipendenti dello stabilimento di Marcianise, nel Casertano. Lo rende noto la stessa azienda in un comunicato emesso al termine della riunione tenuta in video- conferenza con i sindacati; un tavolo, l'ennesimo dall'inizio della vertenza nel giugno di 11 mesi fa, che non ha partorito novità positive per quei lavoratori del sito di Marcianise che non hanno voluto accettare la ricollocazione in altre aziende o l'esodo incentivato; si auspicava che l'azienda chiedesse una proroga della cassa integrazione in scadenza proprio il 25, o che potessero arrivare buone nuove dal Cda della multinazionale riunitosi negli States, ma così non è stato.
Negli ultimi giorni, una trentina di dipendenti ha accettato in extremis di passare in altre realtà produttive, mentre dall'inizio della vertenza sono stati 160 gli addetti che hanno accettato di andarsene optando per uno dei due strumenti messi a disposizione in alternativa al licenziamento.
Nel giugno del 2019, la Jabil aveva annunciato 350 esuberi su un totale di 700 dipendenti a Marcianise; contava di convincere buona parte dei lavoratori ad accettare l'esodo o la ricollocazione, ma il tempo ormai è scaduto. "Da diversi anni a questa parte - si legge nella nota dell'azienda - il sito Jabil di Marcianise si è dovuto confrontare con un contesto economico sfidante, volumi in calo e risorse sotto-utilizzate. Per affrontare la situazione, Jabil ha lavorato con le organizzazioni sindacali e con gli stakeholder, sia locali sia nazionali, a un programma di outplacement volontario per offrire ai dipendenti un'opportunità di reimpiego in altre imprese locali, interessate ad assumere i dipendenti di Jabil".
"Queste aziende, che hanno partecipato al programma di reimpiego - si legge sempre nel comunicato della Jabil - hanno fatto richiesta di un numero di lavoratori maggiore rispetto ai dipendenti di Jabil in esubero. Jabil ha reso inoltre disponibili significative risorse economiche sia per i dipendenti, come incentivi all'esodo, sia per le aziende che assumeranno i dipendenti di Jabil, a supporto dei loro business plan. Tutto ciò è stato fatto con l'intento di agevolare il più possibile il processo di ristrutturazione e favorire un esito positivo per tutti. Nonostante questi sforzi e il continuo impegno di Jabil, ad oggi si registra purtroppo un risultato deludente sulle adesioni al reimpiego, nonostante le numerose proposte ricevute, che non ci consente di risolvere il problema".
I sindacati protestano dicendo che licenziamenti nel perdiodo della pandemia sono ancora più gravi e "inaccettabili" e chiedono l'intervento del Governo.
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