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Gualtieri difende Recovery plan. Anche l'Ungheria tra i rigoristi

Gualtieri difende Recovery plan. Anche l'Ungheria tra i rigoristi

Il ministro dell'Economia: 'Proposta dell'Ue equilibrata'

ROMA, 09 giugno 2020, 20:49

Redazione ANSA

ANSACheck

Roberto Gualtieri - RIPRODUZIONE RISERVATA

Roberto Gualtieri - RIPRODUZIONE RISERVATA
Roberto Gualtieri - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si riaccende all'Ecofin la battaglia in Europa sul Recovery Fund.

"L'Italia sostiene un Recovery plan ambizioso e rivolto al futuro. La proposta della Commissione è un compromesso equilibrato e non deve essere ridimensionata. Adesso al lavoro su investimenti e riforme". Lo scrive il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri su twitter.

Forte legame tra le riforme strutturali chieste dalla Ue e ripresa che contribuisca alla transizione verde e digitale, capacità e distribuzione del Recovery fund basato sull'impatto reale della crisi del coronavirus, prestiti con scadenze chiare e non sovvenzioni, scettici sull'aumento del tetto delle risorse proprie: questa la posizione del governo olandese, inviata al suo Parlamento, sulla proposta della Commissione Ue sul Recovery plan.

"Il pacchetto complessivo non è accettabile per noi in termini di volume, ma anche in termini di contenuto": così il ministro delle Finanze austriaco, Gernot Bluemel, parlando del Recovery Fund proposto dalla Commissione Ue, a margine dell'Ecofin. "Oggi dobbiamo sapere come e da chi verrà rimborsato il debito" previsto con "le sovvenzioni", ha detto Bluemel che ritiene la scelta di concedere principalmente aiuti "una valutazione sicuramente sbagliata" da parte di Bruxelles.

"Nella sua forma attuale, il Recovery Fund è ingiusto nei confronti dell'Ungheria perché in sostanza è stato creato su misura per aiutare gli Stati membri del Sud": così il ministro delle Finanze dell'Ungheria, Mihaly Varga, in un video postato sulla sua pagina Facebook a margine dell'Ecofin. "L'Ue deve agire in maniera equa e proporzionata per mitigare il danno" economico "causato dalla pandemia", ha sottolineato, sostenendo che il piano Ue "potrebbe comportare un onere aggiuntivo per le economie più piccole e meno sviluppate".
   

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