Una "contrazione di entità
eccezionale" dell'economia italiana pari a -8,9%, un rapporto
deficit/Pil dell'Italia volato - fra misure di sostegno e minori
entrate - al 9,6%, in rialzo dal 9,5% stimato dal Def e un
rapporto debito/Pil certificato a 155,6%, in lieve calo dal
155,8% delle previsioni iniziali. E' la fotografia dell'Istat
dell'economia italiana nel 2020, l'annus horribilis segnato
dallo shock pandemico, che invece rivede in meglio, a 0,4% da
0,3%, la crescita 2019 dopo una revisione dei dati statistici.
L'anno della pandemia - scrive l'Istat nei Conti economici
nazionali - ha visto un crollo degli investimenti fissi lordi
del 9,2%, dei consumi finali nazionali del 7,8%, dell'export
pari al 14,0%. La quota di profitto delle imprese non
finanziarie (espressa come rapporto tra risultato lordo di
gestione e valore aggiunto lordo ai prezzi base) è salita al
43,0% dal 42,5% dell'anno precedente.
In rialzo la pressione fiscale complessiva, nel 2020 al
42,8% dal 42,4% dell'anno precedente, a causa della "minore
flessione delle entrate fiscali e contributive (-6,7%)" rispetto
a quella del Pil.
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