Aumentano le dimissioni volontarie in
Italia, anche senza un 'paracadute'. Nei primi nove mesi del
2021 sono stati 1 milione e 81 mila i lavoratori interessati da
almeno una cessazione volontaria del rapporto di lavoro, per
cause diverse dal pensionamento: un numero cresciuto del 13,8%
rispetto al 2019, quando si attestava a quota 950mila. Ma quasi
500mila sono rimasti senza un contratto dopo aver lasciato il
posto. A dirlo è l'indagine della Fondazione studi dei
Consulenti del lavoro sui dati delle Comunicazioni obbligatorie
del ministero, fotografando il fenomeno, in crescita soprattutto
tra over 55, laureati e professioni ad elevata specializzazione.
"Il fenomeno delle dimissioni volontarie non è nuovo per la
realtà italiana, ma lo è il suo incremento - afferma il
presidente della Fondazione studi Consulenti del lavoro, Rosario
De Luca -. Capiremo solo nei prossimi mesi la vera portata,
soprattutto rispetto alle motivazioni, visto che non è possibile
stimare all'interno della quota di lavoratori dimessi e non
rioccupati quanti potrebbero aver deciso di avviare un'attività
in proprio, essersi occupati irregolarmente o più semplicemente
aver deciso di smettere di lavorare".
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