Giornata molto pesante a Piazza Affari (-4,1%), come per la maggioranza delle altre principali Borse europee, al sesto giorno di guerra in Ucraina. Il Ftse Mib è sceso a 24.363 punti, sempre più distante dalla soglia psicologica dei 25.000 punti e tornando ai valori di febbraio 2020. Nel listino principale i tonfi più vistosi sono di Moncler (-9,1%) nel lusso, dopo i conti brillanti del 2021 diffusi la settimana scorsa, e di Tim (-9,05%), alla vigilia del Cda, con i conti 2021 attesi in rosso, a 0,34 euro, vicino al minimo di 0,31 euro di inizio novembre prima che Kkr mettesse sul tavolo la proposta di un'opa a 0,505 euro per azione. Molto male le banche, da Mediobanca (-7,8%) a Intesa (-7,7%) Bper (-7,4%) e Unicredit (-6,9%). Il conflitto intanto ha fatto scendere ancora i rendimenti del titoli di Stato europei, con l'allontanarsi al 2023 della stretta sui tassi. Il rendimento del decennale italiano ha terminato la seduta all'1,400% e il Bund tedesco è passato in negativo, tornando così a collocarsi a pieno tra i beni rifugio e chiudendo a -0076%. Ancora in forte discesa il differenziale tra Btp e Bund, a 147,6 punti.
Forte perdita tra le auto per Stellantis (-6,9%), che ha presentato il piano strategico, meno per Ferrari (-1,7%). Giù Iveco (-7,1%), tra i componenti Pirelli (-6,9%). Male Enel (-6,4%), Poste (-4%). Unici titoli in positivo del listino principale Eni (+3%), col greggio che vola (wti +8,6%) a 105 dollari al barile a sera, col brent a 106,3 dollari, Terna (+1,8%) tra le utility, e Leonardo (+1,4%), favorita dalla decisione dell'Ue di inviare armi in Ucraina e finanziarne il riarmo.
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