Il mondo del commercio è sempre più
attento agli investimenti in sostenibilità e alla riduzione
degli sprechi. Il 42% dei retailer italiani punta sulla
creazione di un'identità green nelle catene di negozi e assegna
all'innovazione il ruolo di abilitatore della sostenibilità,
mentre, il 57,8% punta su nuovi modelli di business per
affrontare il cambiamento globale. Lo sottolinea Confimprese,
citando un'indagine realizzata dal centro studi
dell'associazione, in occasione del convegno Retail &
Sostenibilità. Dall'altro lato, tuttavia, il 52,6% delle aziende
- secondo l'indagine - non ha un sistema strutturato di
misurazione delle prestazioni relative alla sostenibilità al
proprio interno, mentre, un terzo dei retailer dichiara che i
consumatori non si documentano sulle origini e sul sistema
produttivo dei beni che acquistano. "C'è ancora molto da fare
per promuovere la cultura della sostenibilità nel mondo retail -
sostiene il vicepresidente di Confimprese, Francesco Montuolo -.
Tanto che l'82% delle nostre aziende ci chiede di predisporre
piani di formazione sulla responsabilità sociale d'impresa.
Riteniamo che la sostenibilità sia un percorso fondamentale, non
più rinviabile, per la crescita del retail. Puntare sulla
sostenibilità significa investire sulla propria competitività".
Confimprese, in linea con il piano di austerity energetica
appena varato dal Governo, propone a tutti gli associati
l'iniziativa 'chiudiamo le porte allo spreco', invitandoli a
tenere le porte dei negozi chiuse nei mesi estivi, e non
spalancate, per abbassare i consumi energetici e rispondere alle
richieste dell'esecutivo.
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