Il debito pubblico italiano si è attestato a marzo a 2.755,4 miliardi in crescita di 18,9 miliardi rispetto al mese precedente. Lo comunica Bankitalia sottolineando che l'aumento è dovuto al fabbisogno (22,8 miliardi), che ha più che compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (6,4 miliardi, a 95,6); l'effetto complessivo di scarti e premi all'emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione dei tassi di cambio ha incrementato il debito per 2,4 miliardi. In aumento le entrate tributarie pari a 33,2 miliardi, in crescita del 10,2% (3,1 miliardi) su marzo 2021. Con riferimento alla ripartizione per sottosettori - informa la Banca d'Italia - il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 18,9 miliardi; quello delle amministrazioni locali e quello degli enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.
Alla fine di marzo la quota del debito detenuta dalla Banca d'Italia era pari al 25,5 per cento (invariata rispetto al mese precedente); la vita media residua del debito è rimasta stabile a 7,6 anni.
A marzo le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 33,2 miliardi, in aumento del 10,2 per cento (3,1 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2021. Nel primo trimestre dell'anno le entrate tributarie sono state pari a 108,9 miliardi, in crescita del 13,5 per cento (13,0 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
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