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Ocse: la guerra pesa sul Pil, Italia +0,4% nel 2023

Ocse: la guerra pesa sul Pil, Italia +0,4% nel 2023

Prezzi al 4,7%. "Il conflitto minaccia la sicurezza alimentare globale"

ROMA, 26 settembre 2022, 18:52

Redazione ANSA

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Una catena di montaggio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una catena di montaggio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una catena di montaggio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Arrivano segnali via via più preoccupati e preoccupanti sul rallentamento dell'economia globale a causa della recessione e del prolungarsi del conflitto in Ucraina che potrebbe avere anche ripercussioni serie sulla sicurezza alimentare in molti paesi del mondo. L'ultimo istituto di previsione a provocare una gelata nelle prospettive di crescita è l'Ocse che in qesto contesto inserisce la frenata dell'Italia ovviamente, dove la crescita calerà dal 3,4% atteso per il 2022 allo 0,4% stimato per il prossimo anno. L'agenzia di rating S&p vede ancora peggio e taglia la crescita italiana del prossimo anno dal +2,1% a -0,1%, indicando per quest'anno una crescita del 3,1%, comunque inferiore al precedente 3,4% stimato qualche mese fa.

Il taglio dell'Ocse è meno profondo. Nel 2023, si legge nelle prospettive economiche intermedie dell'Organismo internazionale presentate oggi a Parigi, il dato dello 0,4% rappresenta un taglio di 0,8 punti rispetto alle precedenti stime sul mese pubblicate dall'Ocse lo scorso giugno.

Nell'Eurozona, è scritto nel documento intitolato ''il prezzo della guerra'', il Pil frenerà dal 3,1% del 2022 allo 0,3% del 2023 (-1,3 punti rispetto all'economic outlook dello scorso giugno). L'inflazione nel nostro paese calerà invece dal 7,8% del 2022 al 4,7% del 2023. Nel complesso dell'Eurozona, il tasso di crescita dei ressi al consumo dovrebbe invece passare dall'8,1% di quest'anno al 6,2% del prossimo anno. Per il G20, la stima è di 8,2% per il 2022 e 6,6% per il 2023.

Le ricadute della guerra russa in Ucraina restano nel frattempo "una minaccia per la sicurezza alimentare globale, in particolare se combinate con altri eventi meteorologici estremi causati dai cambiamenti climatici. La cooperazione internazionale è di conseguenza necessaria per mantenere i mercati agricoli aperti, affrontare i bisogni d'urgenza e rafforzare l'offerta."I governi - sottolinea l'Ocse - devono garantire che gli obiettivi della sicurezza energetica e della mitigazione dei cambiamenti climatici siano allineati".

L'economia globale, spiegano i tecnici Ocse, ha perso slancio quest'anno dopo essersi ripresa con forza dalla pandemia da COVID-19: "un ritorno a una situazione economica più normale sembrava prospettarsi prima che la Russia provocasse una guerra di aggressione ingiustificabile e illegale contro l'Ucraina", sottolinea l'Ocse nell'Interim Economic Outlook aggiungendo che "gli effetti della guerra e il protrarsi dell'impatto del COVID-19 in alcune parti del mondo hanno intaccato e messo a dura prova la crescita, con ulteriori pressioni al rialzo sui prezzi, soprattutto energetici e alimentari. Il Pil globale ha ristagnato nel secondo trimestre del 2022 e la produzione è diminuita nelle economie dei paesi del G20".

"L'economia mondiale ha perso il suo slancio in seguito alla guerra di aggressione non provocata" afferma il segretario generale dell'Ocse, Mathias Cormann, sottolineando come "le pressioni inflazionistische già presenti quando l'economia mondiale stava uscendo dalla pandemia sono state pesantemente aggravate dalla guerra". "Questo - aggiunge - ha causato ulteriormente l'innalzamento dei prezzi dell'energia e delle derrate alimentari che minacciano il livello di vita degli abitanti del mondo intero". La crescita globale rallenterà dal 3% nel 2022 al 2,2% nel 2023, "ben al di sotto del ritmo previsto prima della guerra" russa in Ucraina. Il dato del 2,2% rappresenta un taglio di 0,6 punti rispetto alle precedenti stime pubblicate dall'Ocse lo scorso giugno. Nel G20, la crescita passerà dal 2,8% del 2022 al 2,2% del 2023 (-0.6% rispetto alle precedenti previsioni).

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