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Ex Ilva, iniziato lo sciopero, a Taranto anche presidio e corteo

Ex Ilva, iniziato lo sciopero, a Taranto anche presidio e corteo

Fim Cisl: Lo stabilimento è sul punto di cedere. Rizzo (Usb): La multinazionale va allontanata. Sciopero e corteo a Genova, l'appello dei sindacati: 'Lo Stato prenda la gestione'

TARANTO, 21 novembre 2022, 11:44

Redazione ANSA

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Ex Ilva: iniziato sciopero,a Taranto anche presidio e corteo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ex Ilva: iniziato sciopero,a Taranto anche presidio e corteo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Ex Ilva: iniziato sciopero,a Taranto anche presidio e corteo - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' iniziato lo sciopero dei lavoratori diretti di Acciaierie d'Italia, dell'appalto e di Ilva in As indetto dai sindacati. A Taranto stop di 8 ore per ogni turno, di 4 ore invece negli altri siti del gruppo. La mobilitazione è stata organizzata "per mandare via - hanno spiegato le organizzazioni sindacali - l'attuale governance" a favore "dell'intervento pubblico". Nel capoluogo ionico è previsto anche un corteo che partirà dalla portineria tubificio dello stabilimento siderurgico per raggiungere i lavoratori dell'appalto e proseguirà verso le altre portinerie D ed A per giungere davanti alla portineria Direzione.

Anche l'Usb e l'Ugl Metalmeccanici hanno indetto autonomamente lo sciopero di 24 ore. Le iniziative a livello locale fanno seguito alla proclamazione di sciopero di gruppo da parte delle segreterie nazionali di FIm, Fiom e Uilm, dopo l'incontro di giovedì scorso con il ministro Adolfo Urso, che demandano ai sindacati territoriali l'articolazione della mobilitazione. A Taranto è la prima di un pacchetto di 48 ore di sciopero e coinvolge anche le categorie multiservizi, edili e trasporto.

"Lo Stato - esortano le organizzazioni sindacali - acquisisca il controllo e la gestione degli impianti nazionalizzando o diventando socio di maggioranza, rinegoziando l'accordo che prevede la transizione dei nuovi assetti societari al 2024, stabilendo e vincolando l'utilizzo dei fondi e la loro destinazione". I sindacati invitano inoltre Acciaierie d'Italia a ritirare "il provvedimento di taglio degli ordini e delle commesse delle imprese dell'indotto (145 quelle interessate, ndr)", mentre "il Governo sia garante di un riequilibrio delle relazioni sindacali all'interno del gruppo Acciaierie d'Italia oggi assenti".  

"Ci siamo mobilitati perchè siamo stanchi. L'obiettivo dichiarato comune è quello di allontanare la multinazionale e il suo amministratore che hanno depredato la città, impoverito i lavoratori e stanno massacrando migliaia di famiglie sul territorio. Devono andare via senza se e senza ma". Lo ha affermato Francesco Rizzo dell'Esecutivo confederale Usb durante la mobilitazione dei sindacati davanti alle portinerie dello stabilimento Acciaierie d'Italia di Taranto. "Abbiamo detto al ministro Urso - ha aggiunto Rizzo - che se si vuole tentare di salvare qualcosa, la prima operazione è questa.  L'alternativa è dare il miliardo alla Morselli e i soldi potrebbero essere dilapidati in poco tempo. Tra qualche mese staremo a parlare di un'azienda che non esiste più e di lavoratori che avranno perso l'ultima speranza di vedere salvo il proprio posto di lavoro".

STABILIMENTO SUL PUNTO DI CEDERE

"Lo stabilimento è sul punto di cedere definitivamente. Se si spegne non si riaccende più". Lo hanno affermato i delegati Fim Cisl durante i presidi allle portinerie di Acciaierie d'Italia. "La fabbrica - hanno aggiunto i rappresentanti sindacali - è paralizzata, ulteriori rinvii trascinerebbero alla chiusura il siderurgico. Davanti a questa prospettiva noi non saremo fermi e useremo tutte le nostre forze. Chiediamo al governo di usare tutta la forza per fare in modo che la decisione sulle 145 ditte dell'appalto rientri prima possibile e pianifichi la ricollocazione dei lavoratori di Ilva in As". Il segretario generale aggiunto della Fim Cisl Biagio Prisciano ha detto che si tratta "di una prima iniziativa. Vedremo di programmare ulteriori 24 ore se non avremo risposte concrete. Scioperiamo contro una gestione scellerata, che fa acqua da tutte le parti. Pretendiamo che il governo prenda in mano questo stabilimento che produce solo cassa integrazione. Npi non vogliamo vivere di cassa integrazione".

SCIOPERO E CORTEO A GENOVA

Quattro ore di sciopero, dalle 7.30 alle 11.30, anche a Genova per i lavoratori dello stabilimento ex Ilva di Cornigliano dopo l'incontro convocato giovedì a Roma dal ministro del made in Italy, Adolfo Urso, ma disertato dall'azienda. I lavoratori, dopo un'assemblea davanti ai cancelli convocata dalla Rsu, hanno dato vita a un corteo per le strade di Cornigliano bloccando il traffico per circa un'ora. "La situazione è senza dubbio complessa - dice il segretario genovese della Fiom, Stefano Bonazzi - perché questa gestione scellerata sta portando gli stabilimenti a una lenta agonia. Noi chiediamo che mutino le condizioni di governo degli impianti. Lo Stato ha annunciato che metterà un miliardo sull'ex Ilva, noi pensiamo che quel miliardo possa servire per cambiare in maniera profonda le condizioni di gestione degli stabilimenti".

"Ora - aggiungono il segretario generale Fim Cisl Liguria Christian Venzano e Nicola Appice, responsabile rsu Fim Cisl - aspettiamo veramente che lo Stato prenda in mano la gestione garantendo una precisa svolta che sia mirata ad un piano di rafforzamento di tutti gli stabilimenti. Non è possibile che si continui a navigare senza avere una prospettiva a media-lunga scadenza in un settore così fondamentale per il nostro paese. Qui si vive alla giornata senza un piano industriale, nel caso di Genova ci troviamo di fronte ad una situazione allarmante: lo stabilimento avrebbe bisogno di una massiccia iniezione di risorse economiche, partendo dalle manutenzioni fino agli investimenti strutturali: invece ci troviamo a gestire innumerevoli problematiche che ci impediscono di produrre come invece potremmo fare". 

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